Tribunale

Prestito a tasso usurario ad albergatrice loanese: chieste due condanne

Nel mirino della Procura un prestito da ventimila euro concesso a fronte del pagamento di cinquemila euro di interessi

tribunale Savona

Loano. Usura, estorsione e concorso in appropriazione indebita. Sono le accuse contestate dalla Procura di Savona nell’ambito di un processo che ruota intorno ad un prestito a tassi usurari fornito ad un’albergatrice loanese.

A giudizio ci sono Enrico Magliano e Maurizio Canepa (al quale è contestato solo il reato di appropriazione indebita), i titolari di una società che, nel 2009, quando la titolare della struttura stava attraversando un periodo di difficoltà, aveva preso in gestione l’hotel. Nel novembre di quell’anno, avendo bisogno di un prestito da ventimila euro la parte offesa, tramite Magliano, era entrata in contatto con un finanziatore, Marco Merlo, disposto a fornire la cifra richiesta a fronte del pagamento di un interesse di cinquemila euro. Secondo la tesi dell’accusa, Magliano sarebbe stato d’accordo con Merlo (che per questa vicenda aveva patteggiato la pena) per raggirare l’albergatrice (che effettivamente aveva emesso una cambiale da 25 mila euro).

Una tesi che è stata contestata dal difensore dell’imputato, l’avvocato Carlo Manti, secondo cui il suo assistito era in totale buona fede. Insomma Magliano non avrebbe avuto nessun accordo con il finanziatore e infatti non avrebbe guadagnato nulla dall’operazione che, al contrario, sarebbe servita solo per favorire l’attività alberghiera.

Per quanto riguarda Canepa invece l’accusa contestata, sempre in concorso con Magliano, è di essersi appropriati tra l’agosto del 2009 e il novembre 2009 di un importo di 51 mila euro consegnato dalla titolare dell’hotel per coprire alcune spese di gestione della struttura. Una ricostruzione contestata dalla difesa che ha sottolineato come, in qualità di gestori dell’albergo, fosse normale che Magliano e Canepa ricevessero somme di denaro dalla titolare. I difensori hanno anche fatto leva sull’assenza della prova che quei soldi non siano stati utilizzati per pagare spese relative alla gestione dell’hotel.

Questa mattina il pubblico ministero ha chiesto comunque la condanna di entrambi: a tre anni e sei mesi di reclusione e 1500 euro di multa per Magliano (per il quale è stata chiesta anche l’assoluzione per non aver commesso il fatto in relazione all’accusa ad uno dei capi contestasti) ed a sei mesi di reclusione per Canepa. Il processo è stato rinviato all’11 marzo per le repliche e la sentenza.

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