Savona. Arriva anche nel savonese e in Liguria, regione turistica, la mobilitazione dei lavoratori stagionali contro il Job Act del governo Renzi che ridefinisce l’erogazione degli ammortizzatori sociali: chi riuscirà a lavorare 6 mesi nella prossima stagione estiva, percepirà solo per 3 mesi il sussidio di disoccupazione, chi lavorerà meno mensilità percepirà ancora meno.
“Così si metteranno in ginocchio centinaia di famiglie e l’intera economia della nostra Regione, fondata prevalentemente sul turismo e sul lavoro stagionale” afferma una lavoratrice stagionale, ancora in cerca di occupazione per l’estate 2015.
Con l’approvazione del decreto attuativo sul riordino dei ammortizzatori sociali avvenuta in data 20 febbraio 2015, per i lavoratori stagionali non sarà più possibile coprire il proprio reddito per tutto l’anno, in quanto percepiranno l’indennità per la metà dei mesi lavorati. “Il danno economico, per le famiglie che lavorano e vivono nelle zone turistiche, avrà conseguenze sull’economia locale difficile da quantificare”.
Si attendono chiarimenti dalle prossime circolari dell’Inps, che dovranno specificare in che modo la modifica possa essere interpretata, “ma con la fine della stagione estiva potrebbe crearsi una situazione difficile per tante famiglie savonesi e della riviera che avranno un reddito inferiore” aggiunge. E il sussidio di disoccupazione da queste parti serve per sopravvivere e non per andare in vacanza o fare shopping, ma per sopravvivere…”.
Su “change.org” è stata lanciata una petizione e su Facebook sono nati gruppi di informazione e protesta. Dice il promotore della petizione, Giovanni Cafagna: “La petizione finirà quando uscirà la circolare dell’Inps che chiarirà l’interpretazione dell’articolo 5 comma 1 della legge sugli ammortizzatori sociali, prevista per aprile. Quindi fino a quel giorno dobbiamo far firmare più persone possibili, possibilmente lavoratori stagionali. Dobbiamo riuscire ad avere attenzione a livello mediatico, affinché si riescano a coinvolgere i quotidiani online (nazionali e locali), le associazioni di categoria, i sindacati”.