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Cengio, “censura” durante il consiglio comunale. Melgrati replica a Olivieri

Comune Cengio

Cengio. “Ero venuto a Cengio con l’intento di collaborare. Probabilmente sindaco e giunta pensano di non avere bisogno. Vedremo come, quando e se risolveranno questa grave situazione”.
E’ una vera e propria lettera quella che il capogruppo di Forza Italia in Regione Marco Melgrati scrive alla consigliera comunale di Cengio Daniela Olivieri. Ieri la delegata a cultura e istruzione aveva risposto alle accuse del forzista, secondo il quale durante l’ultimo consiglio il sindaco Sergio Marenco aveva “zittito” il capogruppo di minoranza Francesco Dotta staccandogli il microfono. Una tesi a cui ieri Daniela Olivieri ha risposto “per le rime”.

“Cara Daniela Olivieri – replica oggi Melgrati – la mia partecipazione al consiglio omunale di Cengio, peraltro come uditore tra il pubblico, non era null’altro che un tentativo di dare una mano all’amministrazione, che da sola non credo possa trovare le risorse per sistemare nel più breve tempo possibile la scuola primaria e metterla in sicurezza. E se è vero come è vero che il mio interessamento, peraltro già manifestato con una interrogazione urgente in consiglio regionale all’assessore al bilancio Rossetti, è stata sollecitata dagli esponenti dell’opposizione consiliare, è anche vero che ero venuto per parlare con il Sindaco e l’assessore competente per sapere se è già stata attivata la richiesta di contributo in Regione, e quindi agire da pungolo e sollecitarla, in un momento propizio fatto di marchette elettorali della giunta regionale, che poteva trovare il finanziamento per questa opera di risanamento della scuola. Quando mi chiamano in provincia io intervengo sempre, anche in tempi non sospetti, come sono intervenuto più volte, ho sfilato con i sindaci e sono intervenuto dal palco per salvare l’apertura 24 ore su 24 del pronto soccorso dell’ospedale di Cairo Montenotte, declassato a PPI. Quello che mi ha sbalordito, e lo ripeto, è la mancanza di democrazia che questo Sindaco e questa giunta appoggiata dal partito democratico ha messo in campo, in un teatrino della politica purtroppo non inquadrato da un vero e proprio regolamento del consiglio comunale”.

“Cara consigliera – dice ancora Melgrati – per chi come me ha fatto l’assessore per 9 anni e il sindaco per altri 9 in una città prestigiosa ma complicata come Alassio, vedere che, nonostante la partecipata riunione (la sala, peraltro grande e prestigiosa, strabordava di pubblico), non si è voluto nemmeno lasciare che il consigliere di opposizione Francesco Dotta arrivasse nelle sue comunicazioni a introdurre l’argomento della scuola, atteso da tutto il pubblico, lascia l’amaro in bocca. Quando ero sindaco lasciavo spazi ampissimi alla discussione, che veniva ripresa dalle telecamere di ImperiaTV, anche se si finivano i consigli comunali alle 4 o alle 5 di mattina. E se ero convinto di aver ragione (quasi sempre) rispondevo colpo su colpo ai miei oppositori, sapendo che comunque non li avrei convinti, ma lasciavo il giudizio finale ai cittadini. Poteva essere l’occasione per un chiarimento, per raccontare lo stato dell’arte, per informare i molti cittadini accorsi a partecipare della vita amministrativa della Vostra cittadina, cosa a questi giorni rara. E invece il sindaco ha fatto la figura del ‘coniglio’ che non vuole affrontare i problemi, o che non sa. Vogliamo poi parlare della questione dello spostamento delle Poste, affrontato dal consigliere Dotta, e che oggi campeggiava sulle pagine dei giornali locali dove le Poste rinunciano per ora alle chiusure, e il sindaco di Spotorno ha promosso un incontro per il giorno 27 marzo, in cui sono stato invitato (come il sindaco di Cengio), per fare fronte comune ‘in modo da far rilevare alle Poste Italiane che non siamo disposti a subire iniziative che ci vengono imposte dall’alto’ (queste le parole del sindaco di Spotorno Gian Paolo Calvi). Per non parlare di quel minimo di rispetto che dovreste portare ad un candidato sindaco, Dotta, che per la Corte d’Appello ha vinto le elezioni, e che per un cavillo legale vi consente di governare. Stranezze all’italiana”.

E ancora: “E al segretario comunale consiglio, se non è prossimo alla pensione, di avere un po’ più di autorevolezza e di non farsi subornare da sindaco e maggioranza. Frasi come ‘iniziate le già viste comiche finali, con urletti, strepiti e giugulari gonfie dei soliti attori’ e altre sono di assoluto cattivo gusto e denotano grande insicurezza. E definire un consiglio comunale, massima espressione della vita comunale, ‘una banalità’, qualunque sia l’argomento all’ordine del giorno, è veramente scandaloso, detto soprattutto da chi all’interno dello stesso consiglio dovrebbe essere espressione dei cittadini e rappresenta le istituzioni: vergogna. Il fatto poi che lei, consigliera Olivieri, sia una insegnante, costituisce una aggravante nel non voler approfondire un problema legato alla scuola. E se l’immagine di Cengio e del suo consiglio comunale si è annebbiata ancora di più, fatevi un bell’esame di coscienza. Rimango comunque a disposizione, con la mia esperienza e le mie capacità, senza rancore”.

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