Albisola Superiore. Verrà quasi certamente imbragata, caricata in un furgone e portata in una cava per le operazioni di disinnesco la bomba di 250 kg ritrovata sabato ad Albisola Superiore in via Torre del Capo. A deciderlo gli artificieri del genio guastatori della Brigata Taurinense, dopo un secondo sopralluogo compiuto questa mattina nel terreno della villa di Marcello Galleano, il vicepresidente e direttore commerciale della Esi, dove il residuato bellico è stato trovato casualmente dai tecnici durante lo scavo per l’installazione di una piattaforma elevatrice.
Il responso definitivo arriverà probabilmente domani, ma l’ordigno, che contiene 180 kg di tritolo, a quanto pare non rappresenta un pericolo immediato e potrà essere trasportato senza problemi in un posto più sicuro. Scongiurato dunque, a meno di sorprese dell’ultima ora, il rischio di dover evacuare parte della cittadina, ipotesi in un primo tempo molto concreta (l’evacuazione di un’area di rispetto è indispensabile qualora gli artificieri decidano di operare sul posto).
La bomba verrà portata per mezzo di un furgone in una cava (questa mattina il lungo sopralluogo degli artificieri per individuarla): il disagio per gli albisolesi sarà dunque molto più limitato, in sostanza sarà sufficiente organizzare il convoglio che scorterà l’ordigno fino al luogo designato chiudendo per qualche minuto l’Aurelia.
Sospiro di sollievo, dunque, non solo per tutti gli albisolesi ma in particolare per i residenti di via Torre del Capo, che per 70 anni hanno convissuto inconsapevolmente con una bomba della seconda guerra mondiale. Tra loro anche il sindaco, Franco Orsi: “Sono uno dei residenti più prossimo all’ordigno – svela – Certo se ne farebbe volentieri a meno, ma viviamo la cosa con tranquillità, conoscendo la professionalità degli artificieri e dell’esercito”.
Da sindaco non può che sorridere alla prospettiva che la bomba venga semplicemente portata via, ma è pronto a qualsiasi alternativa: “Qualora si rendesse necessaria l’evacuazione concorderemmo una data, anche in tempi non brevissimi, con un po’ di preavviso, in modo da organizzare come protezione civile l’allontanamento temporaneo delle persone dalle case. E’ una cosa della quale facciamo volentieri a meno e che probabilmente non succederà, ma nel caso siamo pienamente organizzati per gestire questa comunicazione. La realizzazione di un presidio di rispetto, va ricordato, è una forma di sicurezza e di prevenzione rispetto ad un evento che sicuramente non capiterà, ma che è opportuno venga previsto, così da scongiurare possibili danni”.