La risposta

Albenga, la replica del sindaco Cangiano su striscione e “caso Accame”

Albenga. “Lo striscione sulla torre civica? Una polemica sterile. Un consiglio comunale ad hoc sui possibili risvolti dell’operazione Real Time? Non è la sede per discutere queste cose”.

Il sindaco di Albenga Giorgio Cangiano risponde alle due principali polemiche che negli ultimi giorni hanno infiammato il clima politico e non solo della “città delle torri”. Quello che ha avuto più puntate (nonché una chiara e netta replica da parte dell’amministrazione) è certo quello riguardante lo striscione promozionale della tappa del Giro d’Italia posizionato sulla facciata della torre civica e che è stato oggetto di aspre critiche da parte del consigliere di minoranza di Forza Italia Eraldo Ciangherotti, secondo il quale tale posizionamento avrebbe danneggiato seriamente un monumento storico-architettonico.

“Sono persone che puntano sulle polemiche e questo è sbagliato – ribatte Cangiano – Determinate cose che vengono fatte per la città dovrebbero avere una risposta di unione da parte di tutti. Quella dello striscione è una polemiche sterile e senza significato. Anche perché è stato posizionato in accordo e dopo aver fatto richiesta alla soprintendenza e in modo tale che la facciata possa essere ripristinata immediatamente. E’ un messaggio molto bello che la città ha colto nella sua complessità e in senso positivo. Il Giro d’Italia deve essere visto in questo modo: una possibilità di rilancio e ripartenza per Albenga. Mi sembra che lo abbiano capito tutti. O quasi tutti”.

La scorsa settimana ancora il centro-destra ingauno ha chiesto al primo cittadino di convocare un consiglio comunale apposito per spiegare le “possibili attiguità tra politica albenganese e mafie“. Ciò a seguito del coinvolgimento nell’inchiesta “Real Time” di Fabrizio Accame, mediatore creditizio ed ex segretario della Margherita ad Albenga e candidato della lista civica “Voce alla Gente” che alle elezioni dello scorso anno sosteneva l’attuale primo cittadino ingauno. Il centro-destra ha chiesto che al consiglio in questione sia invitata anche la “Casa della Legalità”.

“Il discorso del consiglio comunale è una forzatura – ribatte CangianoNon è in assemblea che dobbiamo discutere di queste cose. In consiglio si discutono tutti i problemi istituzionali”.

Altri problemi vanno discussi altrove: “Sono convintissimo che il ragionamento sul rapporto Comune-Stato-mafia debba essere reso il più chiaro possibile. Magari con incontri istituzionali o pubblici, invitando anche la Casa della Legalità che potrà spiegare la sua versione. Ma devono essere invitati anche gli inquirenti, i magistrati, tutti coloro i quali hanno portato avanti le indagini. Ma non vedo perché dovremmo fare un processo in consiglio comunale. Ognuno porterà avanti la propria linea nelle sedi competenti”.

L’obiettivo è la trasparenza: “Quello che dobbiamo fare noi è chiarire in maniera molto evidente quelli che sono i risvolti di una situazione problematica, cioè il rapporto che ci può essere con la criminalità organizzata. Che è un rapporto sicuramente negativo che in alcuni reparti ci può essere. Su Albenga no, con la mia amministrazione no e di questo ne vado assolutamente convinto e fiero. E’ giusto che tutti quanti possano partecipare a questo incontro pubblico che voglio fare perché penso sia importante”.

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