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Ad Albenga si studia archeologia, corso di aggiornamento nelle scuole

scavi san calocero

Albenga. Ha preso avvio ad Albenga il corso di aggiornamento di introduzione all’archeologia del territorio per i docenti delle scuole dei due Istituti Comprensivi della Città. Il corso, della durata complessiva di dieci ore di lezione e una uscita sul territorio, è stato ideato dal dirigente scolastico Riccardo Badino, che si è rivolto ai responsabili dello scavo di San Calocero, i dott. Stefano Roascio e Elena Dellù, che da anni operano ad Albenga con scavi archeologici e studio del territorio.

Il corso è stato articolato su tre lezioni di introduzione all’archeologia e archeologia del territorio, svolgendo una sintesi dei ritrovamenti e delle maggiori tematiche di studio dall’Età del Ferro fino al tardo medioevo; due ore sono invece dedicate all’archeologia funeraria e, nello specifico, al ritrovamento ingauno dello scorso anno della cosiddetta “strega bambina”, che ha avuto un largo eco addirittura mondiale; una lezione verrà anche condotta da Piero Dell’Amico, della soprintendenza archeologia, che fornirà nuovi aggiornamenti sull’archeologia subacquea della zona, ad Albenga particolarmente ricca.

“In questo anno scolastico mi tocca l’onere, ma anche l’onore di dirigere entrambi gli Istituti Comprensivi Ingauni – spiega il preside Riccardo Badino – tale particolare situazione mi ha consentito di varare, in accordo con i Collegi dei Docenti,un unico piano di aggiornamento e formazione in servizio per tutto il personale Insegnante di tutti gli ordini di scuola: infanzia, primaria e secondaria di I grado (circa 180 persone). Questo ha permesso di creare mirate e motivate occasioni di confronto tra tutti i Docenti del primo ciclo di istruzione su temi quali il disagio e la devianza nei comportamenti giovanili, la valutazione scolastica, la promozione della lettura, l’introduzione precoce dell’apprendimento musicale, l’uso didattico delle tecnologie multimediali, ed infine il presente corso sull’archeologia nel territorio albenganese. Tale ultima proposta si è rivelata particolarmente utile e preziosa per la preparazione delle attività didattiche svolte con gli alunni relative alla conoscenza del territorio e della sua antropizzazione attraverso i secoli con notevoli riferimenti all’apprendimento della storia, dell’antropologia, dell’arte. Ma l’aspetto più importante è quello di promuovere la consapevolezza del patrimonio di vestigia del passato di enorme valore presenti nella nostra realtà e di cui tutti i cittadini, adulti e ragazzi, devono sentirsi impegnati alla conservazione, alla tutela e alla promozione culturale”.

“Al preside Badino va il merito di avere saputo cogliere l’opportunità della nostra presenza sul campo – è invece il commento di Stefano Roascio – Fa particolarmente piacere potere portare la nostra esperienza nelle scuole, laddove si forma la coscienza critica dei cittadini di domani e si può operare direttamente per sviluppare la curiosità per la storia del territorio e le proprie origini, coltivando anche il rispetto e la passione per i beni culturali, i monumenti e tutte le testimonianze del passato, di cui il nostro territorio è particolarmente ricco. Sicuramente, quando riprenderemo gli scavi del San Calocero, come già accaduto, con successo, lo scorso anno con le scuole superiori cittadine, potremo ospitare in sicurezza insegnanti e ragazzi in visita allo scavo aperto, che è sempre una esperienza rara e ancora più stimolante rispetto alle lezioni di approfondimento che si possono svolgere in classe”.

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