Vado L. Resta il clima di incertezza per i lavoratori di Tirreno Power, in attesa che dal governo possa arrivare una soluzione che permetta alla centrale di ripartire e portare avanti gli interventi di ambientalizzazione.
Nonostante le rassicurazioni dell’azienda sul rifinanziamento del gruppo energetico, sono in molti a credere che gli stessi interventi di manutenzione previsti non siano in realtà propedeutici per una ripresa produttiva, con la centrale che continua ormai a produrre solo gas.
Ecco lo sfogo di un lavoratore, attualmente con contratto di solidarietà (60% dello stipendio normale) che lavora due settimane al mese, con giornate a rotazione: “Mi pare che non sia manutenzione reale ma solo volontà di conservare il sito per poi lasciarlo lì, chissà per quanto tempo, insomma di abbandonare la produzione a carbone…”.
Ma la sua posizione è la stessa di altri 150 lavoratori della centrale, già penalizzati nella vertenza per i problemi legati alla contribuzione nel fondo elettrico anziché Inps: “C’è molta rabbia nel vivere questa situazione di incertezza e preoccupazione sul nostro futuro, sul futuro della produzione a carbone nella centrale di Vado Ligure. Attualmente svolgiamo solo controlli e presidi dell’impianto, verificando che tutto sia a posto, ma non si intravede nulla che possa far pensare ad una ripresa produttiva. Anche lo svuotamento del carbonile era già previsto per ragioni ambientali e non darà alcun vero impatto occupazionale” dice il lavoratore.
“La paura di molti di noi è che questi interventi non siano di ristrutturazione, ma di chiusura definitiva dei gruppi a carbone: così i lavoratori resteranno inesorabilmente senza lavoro. L’azienda si salva con il suo piano finanziario, ma il mio posto di lavoro come quello di altri non avrà futuro” conclude amaramente il lavoratore.