Vado Ligure. Dopo il vertice romano sulla centrale Tirreno Power, questa mattina nella sala mensa della centrale si è svolta un’assemblea dei lavoratori.
Al centro, ovviamente, c’era l’esito del tavolo romano sul futuro del sito produttivo vadese (con diretto riferimento al “tavolo tecnico” tra l’azienda e i tre ministeri di ambiente, salute e sviluppo economico, con un primo incontro per il prossimo 25 febbraio) e le modifiche ai contratti di solidarietà per i lavori di manutenzione e lo svuotamento del carbonile, oltre alle nuove misure di ammortizzatori sociali per una parte delle maestranze.
I lavoratori hanno manifestato soddisfazione sull’esito del vertice romano: “Il governo mercoledì ha fatto aperture importanti ora spetta all’azienda scoprire le sue carte e dimostrare, a partire dal primo incontro di mercoledì prossimo, che esiste la volontà di investire negli ammodernamenti richiesti e di trovare un accordo per poter riavviare in tempi congrui l’attività a Vado Ligure”, dicono gli operai della centrale.
“Mercoledì è stato fatto un buon passo in avanti sulla vicenda della centrale – spiega Edoardo Pastorino, segretario provinciale della Uiltec – Da parte del ministro Galletti c’è la volontà di trovare con l’azienda il modo per poter superare i quattro punti che pone come condizioni per accettare l’Aia emessa nei mesi scorsi per i due gruppi attuali. Cominciando dal dare una diversa tempistica per la realizzazione della copertura del carbonile, non più la conclusione dei lavori entro marzo 2015, ma a 30 mesi dall’avvio effettivo delle operazioni, emissioni simili a quelle valide per altre centrali, una parziale sostituzione del sistema di accensione dei gruppi da olio combustibile a gas e non più un radicale passaggio al gas, ma anche l’allungamento dei termini dell’Aia da 10 a 16 anni”.
Ancora il sindacalista: “Se Tirreno dimostrerà di avere le carte in regola per questo tipo di impegni penso che il governo non avrà problemi a trovare delle soluzioni e la magistratura, nell’ambito di una soluzione legale, farebbe lo stesso”. Pastorino ha poi proseguito:” Il tavolo di mercoledì sarà essenziale per il futuro delle produzioni a Vado e per l’occupazione. La centrale è bloccata da un anno e se tutto andrà per il meglio ce ne vorrà almeno un altro per poter ricominciare. Intanto si registrano perdite di 5 milioni di euro al mese e, ad oggi, come sindacati, ancora dobbiamo conoscere i termini della contrattazione sul debito dell’azienda”.
“Abbiamo grandi speranze ma dobbiamo cercare di essere realisti senza farci illusioni – ha aggiunto Maurizio Perozzi dell’Rsu Cisl – Attendiamo l’incontro del 25 febbraio e speriamo che da lì saltino fuori le bari per tornare a lavorare quanto prima. Chi ora deve impegnarsi fortemente è l’azienda”.