Economia

Striscia la Notizia a Ceriale per la Bolkestein, Vaccarezza: “Multinazionali al posto di famiglie, l’errore più grande” fotogallery

Ceriale. Tira forte il vento sui balneari, riuniti ai Bagni Ceriale in attesa della troupe di Striscia la Notizia; quasi un’ironica metafora, dato che tira forte il vento dell’incertezza anche sulle loro imprese e, più in generale, sul loro futuro.

In mezzo a loro, a sopportare quel vento, anche l’ex presidente provinciale Angelo Vaccarezza. “E’ un momento di attesa – spiega il politico forzista – si attende di capire cosa scriverà il Governo, e soprattutto cosa andrà a dire a Bruxelles. L’impegno di questi giorni è far capire a più gente possibile, sicuramente a chi ci comanda ma anche all’opinione pubblica, quello che temiamo possa accadere dal 31 dicembre 2015: 30.000 aziende italiane, fatte da imprenditori italiani che danno lavoro su questo territorio, verranno messe all’asta senza veder riconosciuta né la loro storia né il loro diritto di continuare a lavorare“.

Anche Vaccarezza contesta l’opinione diffusa che quelle aziende, in fondo, siano state per lungo tempo privilegiate e che le aste siano giuste. “Gli imprenditori hanno costruito le loro aziende su concessioni demaniali, è vero – ammette – ma le aziende sono loro, e tutti gli investimenti che loro hanno fatto sono stati fatti sulla scorta di leggi nazionali. Tutti i paesi d’europa, Spagna, Croazia, Portogallo, hanno tutelato i loro imprenditori: noi chiediamo che l’Italia faccia altrettanto. L’Italia è andata in Europa per tutelare quelli che hanno le concessioni autostradali, e ha ottenuto proroghe significative per rispetto dei loro investimenti: noi chiediamo che le piccole e medie imprese siano trattate come i grandi gruppi di capitali“.

L’assessore regionale Cascino, negli scorsi giorni, ha ipotizzato che il decreto Burlando per i porti possa essere applicato anche ai balneari: “Questa è una bufala di proporzioni clamorose – attacca senza mezzi termini Vaccarezza – Oggi in Europa non è riconosciuta nemmeno la proroga 2020: l’Europa attende entro il 31 dicembre 2015 una nuova normativa nazionale che dia delle garanzie a quello che l’Europa chiede, e attraverso la quale l’Italia potrà chiedere maggiori tutele. Quella è l’unica strada”.

“Il problema – continua il forzista – è che non riusciamo a capire dal governo se andrà a chiedere qualcosa, e che cosa andrà a chiedere. Noi aspettiamo di sapere quello. Abbiamo presentato le leggi fatte all’estero, che tengono in considerazione gli investimenti degli imprenditori dei loro paesi: noi chiediamo rispetto per gli imprenditori italiani, anche perché l’alternativa è la grande distribuzione. E chiudere il ‘negozio di prossimità’ che è lo stabilimento balneare gestito da una famiglia italiana, per aprire un ‘punto vendita di grande distribuzione’, è l’errore più grande che già stiamo compiendo in altri settori”.

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