La storia

Scoperto atto notarile che svela i rapporti tra Savona e la Russia

notaio

Savona. C’è una pagina di storia decisamente curiosa per Savona e i savonesi che merita di essere raccontata. L’ha scoperta Domenico Ciarlo, studioso e attento ricercatore. Salta fuori un atto rogato il 14 ottobre 1326 con il quale Giovanni Marenco de Sancto Ambrosio vende al notaio Francesco de Campis “l’officium consulatus Tane” con scribania e subscribania e relativi proventi per la somma di 26 lire. E’ bene precisare che la Tana, citata nel documento, si trova sulle rive del fiume Don, nell’attuale Russia europea.

Quell’area geografica era uno degli avamposti più orientali del mondo genovese e ligure. Nella penisola di Crimea, Caffa ed altre cittadine vicine in mano alla Repubblica di Genova furono il punto di contatto tra il mondo mongolo-tartaro e quello dell’Europa occidentale. Per oltre due secoli e fino alla totale conquista ottomana dell’impero bizantino, le colonie genovesi del Mar Nero prosperarono ed arricchirono Genova. In particolare Tana rappresentò per i genovesi un importante emporio per il commercio con l’Orda d’oro delle merci che giungevano dalla via fluviale della seta fino al 1368, dopodiché cadde in decadenza.

I rapporti tra la Liguria e la Russia non si sono mai spenti. A Tangarog, nel mese di settembre del 2007, nella capitale dell’omonima regione del Sud del Caucaso, era stata inaugurata una statua dedicata all’”Eroe dei due mondi” Giuseppe Garibaldi. Nell’osteria di Taganrog, oggi trasformata in un ristorante, l’Albatros, dove si mangia ottimo pesce fresco accompagnato da vodka e vino italiano, e dove solo a dieci metri di distanza e’ stato inaugurato il grande monumento, Garibaldi conobbe gli esuli italiani appartenenti alla Giovane Italia pianificando con loro la strategia di lotta volta all’unificazione della patria. Oggi, proprio grazie a Garibaldi, si sono sviluppati rapporti fecondi con il nostro Paese. La storia dell’atto “rogato” a Savona sarà ricordata nel prossimo volume di “Atti e Memorie”, che sarà distribuito nei prossimi mesi. Nel volume si troverà quindi un ampio articolo di Domenico Ciarlo che illustra la vita di Savona del Trecento (1326 – 1328) ricavata da una fonte inedita.

Un’ultima curiosità. Nell’Archivio di Stato di Genova sono conservati ben 435 atti rogati a Savona tutti redatti dal notaio Giovanni Petraccio (Iohannes Petracius) in un arco di tempo che va dal 30 ottobre del 1326 al 30 agosto del 1328. Il professionista fu costretto a trasferirsi a Savona assieme ai numerosi genovesi che, fuoriusciti a causa delle lotte tra le fazioni e tra le famiglie nobili di Genova e riparati a Savona, alimentarono, sotto la bandiera ghibellina, la rivalità di quest’ultima città contro Genova in un annoso scontro che durò dal 1317 al 1331. E i genovesi che si erano trasferiti all’ombra della Torretta, indicati negli atti come “cives Ianue et nunc habitatores Saone”, furono i maggiori clienti del notaio.

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