Sos sanità

Santa Corona, Melgrati (Fi) presenta un’interrogazione sul Dea: “Se lo è, deve avere tutte le specialità previste”

Pronto soccorso Santa Corona

Pietra. “Se Santa Corona è e rimane Dea di 2^ livello deve avere tutte le specialità previste”. Il capogruppo di Forza Italia in Regione Marco Melgrati fa il punto della situazione sul nosocomio pietrese “a distanza di qualche settimana dall’approvazione dell’importantissima mozione che tutela il Dea di 2° livello nel ponente savonese e conferma l’assetto ospedaliero con i quattro ospedali, mettendoli al sicuro dai politicanti giocatori di risiko sanitario”.

“Per rispettare l’impegno preso approvato all’unanimità dal consiglio regionale​ con la mozione – osserva Marco Melgrati – ora dovranno essere reintegrate le specialità mancanti e dovranno essere prese precise iniziative tese ad ottemperare al dispositivo nella sua integralità (posti letto, funzione di Albenga integrata al Dea) comprese le premesse.  Attualmente il Dea di Santa Corona presenta queste criticità come ho più volte denunciato con mozioni ed interrogazioni: dipartimento testa -collo incompleto con soltanto neuroscienze di stanza a Pietra Ligure, mentre oculistica e otorino-laringoiatria sono presenti solo ambulatorialmente senza degenze le quali sono incredibilmente solo a Savona insieme alla sede principale di reparto, cioè nel Dea di livello inferiore”.

“Anche la sede del reparto di urologia è a Savona invece che a Pietra, dopo aver praticamente fatto fuggire chi ha condotto magistralmente quel reparto per anni come il dottor Pezzica ( anche questo grave fatto denunciai) lasciando pochissimi letti di degenza a Pietra. Chirurgia vertebrale con il reparto chiuso che non può accettare pazienti ‘programmati’ e attivo solo per le urgenze dal pronto soccorso con posti letto sparsi in diversi reparti. Anatomia patologica con la refertazione e il primario dislocato a Savona invece che a Pietra; assenza di cardio-chirurgia nonostante tutte le promesse fatte, con gli unici due reparti presenti in Regione in provincia di Genova; emodinamica ancora H12 (sembra che a marzo la situazione sarà a posto); pronto soccorso pediatrico senza letti di degenza, con i bambini ricoverati trasferiti a Savona o Genova; qualche dubbio su reparti come ginecologia e ostetricia che non si capisce cosa in realtà si voglia fare, con la tentazione nemmeno tanto sopita di chiudere il punto nascite e accorpare il reparto con Savona. In pratica, per indebolire il Dea hanno tolto i primari portandoli a Savona e hanno lasciato a Pietra Ligure solo una parvenza di reparto a livello ambulatoriale, senza degenze e senza poteri decisionali, accentrando tutto a Savona, come ormai abbiamo imparato a conoscere è nella logica di controllo del Pd”.

Melgrati è pronto alla battaglia: “Chi si aspettava che la mozione avesse soltanto un intento formale  si sbaglia di grosso: intendo inchiodare alle  proprie responsabilità chi fa queste scellerate scelte di depotenziamento  ed è stato investito di poteri decisionali che  gli permettono di incidere così profondamente su un bene collettivo come quello della sanità pubblica, cioè l’assessore alla salute Claudio Montaldo. Altro che rispettare il Decreto sugli standard ospedalieri qui il depotenziamento sistematico è andato avanti un pezzo alla volta senza tregua, assolutamente non nell’interesse della collettività, Consideriamo che nemmeno ad Albenga, l’ospedale che con Pietra forma un unico presidio ospedaliero del ponente ci sono queste specialità  e che quindi è stato penalizzato un intero comprensorio di oltre 120 mila residenti  oltre ad aver indebolito il Dea di 2° livello”.

“E a poco valgono le discutibili e inesatte asserzioni del capogruppo Pd Miceli il quale in consiglio, nel votare giocoforza favorevolmente, addirittura arrivava a mettere in discussione il quadro di anomalie che ho rappresentato, sostenendo con poca conoscenza della materia che le specialità a Savona sono dettate dalla superiore presenza di persone… dimenticando le funzioni di un Dea di 2 Livello per legge codificate e i flussi turistici estivi. Tutto ciò se viene sommato alle problematiche della sanità dei distretti sia Albenganese che Finalese rappresenta un quadro molto complesso che mi pare frutto di ‘programmazione’ a braccio e di maldestre decisioni. Ad Albenga, invece di potenziare l’ospedale arricchendolo delle specialità che deve condividere con l’ospedale pietrese rappresentando con esso un unico Presidio, sono stati addirittura inseriti in ospedale servizi territoriali del distretto come la medicina di base con i suoi ambulatori e ora a breve arriverà anche la farmacia territoriale. Gli intenti volti a risparmiare gli affitti degli immobili delle sedi che un tempo l’Asl aveva per i servizi territoriali, ricadono pesantemente su questa scelta, che per quanto riguarda la farmacia territoriale e la medicina di base ora dislocate in ospedale, costringono gli utenti a doversi recare fuori dalla città, con gli ovvi disagi che ne conseguono ai pazienti.  Cioè sprecando preziosi spazi che dovrebbero avere una funzione ospedaliera, trasformando e sottoutilizzando un ospedale come quello ingauno in una paradossale ‘casa della salute’ di lusso. Dopo averci messo dentro i privati adesso lo ‘​declassano’​ addirittura a casa della salute? Anche a Finale Ligure questa stessa ‘scelta’ è stata presa e attualmente tutti i servizi​ territoriali che un tempo era​no in centro sono stati trasferiti presso l’ex ospedale Ruffini sito nella strada per San Bernardino in via della Pineta, in posizione d’altura e distante dal centro. Ricordiamo come questa scelta abbia contemplato la cessione al Comune dell’edificio di proprietà Asl che esisteva in via Torino, il quale è stato demolito non per far posto ad una piazza come parevano essere le esigenze manifestate ​ del Comune bensì per lasciar sorgere un parcheggio a pagamento”.

Per Melgrati la situazione è critica: “Ho voluto rappresentare anche queste realtà in quanto pare proprio che le decisioni che riguardano la sanità siano da tempo lasciate in balia degli eventi e di chissà quali logiche che non coincidono mai con le esigenze della popolazione, ma io, finchè avrò voce e un ruolo politico continuerò a denunciare tutte le scelleratezze e i disservizi che rilevo in questo scempio della sanità, come sempre da solo e nell’imbarazzante silenzio generale”, conclude Melgrati.

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