#giulemanidalporto

Riforma dei porti, prossima settimana decisiva: si va verso il declassamento di Savona

Savona/Vado. E’ appeso a un filo il destino del porto di Savona: ferve infatti in questi giorni al governo la discussione sulla riorganizzazione delle Autorità Portuali. Da lunedì si entrerà nel vivo, e per martedì 17 febbraio è previsto un incontro a Roma tra il ministro Lupi e le organizzazioni sindacali.

“Il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica – ha spiegato Lupi – avrà un unico obiettivo, lo sviluppo; e non sarà il simbolo della conservazione, perché di conservazione si muore”. Inoltre arriverà in tempi brevi: entro fine febbraio o, al massimo, primi di marzo. Due al momento le ipotesi più accreditate: quella di mantenere l’Autorità Portuale in 16 porti italiani, “declassando” gli altri 25, oppure quella di creare 4 enti che guiderebbero i rispettivi “corridoi” di competenza (alto e basso Tirreno, alto e basso Adriatico). In entrambi i casi Genova sarebbe tra i “fortunati”, mentre Savona perderebbe la propria autonomia.

Scenario fosco per la Torretta, dunque. Del resto l’Unione Europea ha detto chiaramente che in Italia 14 Authority sarebbero più che sufficienti. E nel caso si scelga al soluzione con poche autorità “capo-distretto”, a finire nel sistema portuale dell’alto Tirreno sotto Genova Voltri sarebbero Savona-Vado, La Spezia e Livorno. Ma Savona, da tempo, non ci sta: con #giùlemanidalporto ha vinto la prima battaglia, e ora, a dispetto di tutto, crede ancora di poter vincere la guerra.

Il commento di Claudio Schivo, Cgil Savona, è attendista ma deciso: “Tutto dipende da cosa viene fuori in questa eventuale riforma. Se vogliono far diventare i porti dei Far West, noi non siamo d’accordo”. L’incontro del 17 dovrebbe rivelarsi, nelle speranze dei sindacati, l’inizio di un dialogo che, denuncia Schivo, finora non è mai iniziato: “La strada che ha intrapreso il governo è quella non ascoltare i sindacati. L’ultima volta abbiamo avuto 5 minuti a testa per dire la nostra, e non c’è nessuno a rappresentare il mondo sindacale nei ‘saggi’ scelti dal ministro per elaborare il progetto”.

Un progetto che doveva essere presentato al ministro entro ieri e che, secondo alcune anticipazioni, confermerebbe l’esclusione di Savona. Una voce che ha fatto andare su tutte le furie il deputato Pd Anna Giacobbe: “Sono perfettamente consapevole del fatto che la questione degli accorpamenti delle Autorità portuali è solo uno dei problemi – scrive in una nota – che è utile per tutti affrontare con determinazione una prospettiva nuova per la portualità e la logistica. Ma se le anticipazioni giornalistiche corrispondono al vero, il criterio per definire gli strumenti della governance è del tutto irragionevole; se a questo aggiungiamo l’incertezza su quale destino avranno le norme apparse e poi scomparse nella bozza di provvedimento del Ministero per lo Sviluppo Economico sulla concorrenza, non possiamo stare tranquilli”.

“Il futuro delle Compagnie Portuali – continua Giacobbe – la liberalizzazione nei servizi tecnico nautici, la limitazione dei margini di azione per le Autorità Portuali nell’ambito della promozione e dello sviluppo dell’intermodalità e della logistica sono temi delicati, che vengono trattati, tra l’altro, senza un confronto reale con le organizzazioni del lavoro. Aspettiamo di vedere i contenuti del ‘Piano strategico’, ma se tanto mi dà tanto converrà farsi sentire”.

“Può venir fuori un pasticcio – conferma Schivo – ma bisognerebbe entrare nel merito e capire di cosa stanno parlando. Certo come sindacato, se perdura questo stato di confusione, usciremo con delle prese di posizione: c’è in ballo una fetta consistente di Pil italiano e tanti, troppi posti di lavoro”.

Il rischio in generale della riforma, avverte Schivo, è di gettare al vento quanto di buono fatto per i porti in questi anni: “Abbiamo fatto dure lotte per ottenere un sistema di un certo tipo, ed evitare che accada quanto si sta verificando ad esempio nel comparto merci, dove ora ci sono anche infiltrazioni mafiose. Ma se qualcuno pensa di buttare tutto alle ortiche, troverà l’opposizione del sindacato”.

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