Economia

Record nel comparto ortofrutta per la Liguria, Miazza: “Vado Ligure scalo di riferimento per il mercato italiano”

Miazza Forcieri Benassi Fruit Logistica

Savona. I porti liguri si sono presentati insieme, con il brand “Ligurian Ports” a Berlino, dove si è aperta ieri, per concludersi domani l’edizione 23 di Fruit Logistica, la più grande vetrina internazionale specializzata nel settore ortofrutticolo che registra la partecipazione di 2 mila e 750 espositori provenienti da 81 Paesi e che lo scorso anno è stata visitata da 58 mila operatori professionali provenienti da tutto il mondo.

Lo stand di Ligurian Ports Alliance, dove è presente anche Liguria International, agenzia della Regione per il sostegno all’export, è stato visitato questa mattina dall’ambasciatore italiano in Germania, Pietro Benassi, accolto dai presidenti delle tre Port Authority, Luigi Merlo (Genova), Lorenzo Forcieri (La Spezia) e Gianluigi Miazza (Savona) e da un gruppo di operatori. L’incontro, cordiale quanto informale, ha consentito di sottolineare l’importanza del business agroalimentare per il sistema portuale ligure, che rappresenta il primo polo del Mediterraneo per traffici di prodotti ortofrutticoli.

Tema che è stato al centro, nel pomeriggio, di un convegno organizzato da Lpa e Liguria International, con MediTelegraph come media partner, sul tema “Ligurian Ports: shipping food & perishables” (servizi e strutture nei porti liguri per i prodotti alimentari e le merci deperibili) con un sottotitolo focalizzato sull’evento clou dell’anno: “The Med Gateway to Expo 2015”, ovvero la Liguria come porta sul Mediterraneo per l’Expo di Milano dedicata al cibo, a come “nutrire il pianeta”.

Ad aprire i lavori del convegno il presidente Gian Luigi Miazza, presidente di Ligurian Ports e del porto di Savona: “Dopo le crociere un altro record per i porti liguri nel settore dell’ortofrutta. Posso affermare infatti che oltre il 52 per cento delle importazioni di frutta in Italia passa per la Liguria, arrivando a sommare all’incirca le 700 tonnellate complessive movimentate. In particolare, il 53 per cento dell’import italiano di banane e ananas passa per il Porto di Vado Ligure. Reefer Terminal su circa 600 mila tonnellate di banane importate nel nostro Paese ne movimenta 385 Mila; così per gli ananas dove su 120 Mila tonnellate totali Reefer ne movimenta oltre 80 mila. Numeri importanti che fanno prevedere un trend positivo anche per l’anno in corso sia per la Liguria sia per il porto ortofrutticolo di Vado che si calcola possa movimentare un uguale numero di tonnellate di prodotti freschi. Risultato che, come ormai accade da anni, pone Vado e Reefer Terminal  come primo polo di imbarco e sbarco frutta nel Mediterraneo.”

All’incontro hanno partecipato, oltre ai tre presidenti delle Autorità portuali liguri, il presidente di Liguria International Franco Aprile, Guido Grimaldi (Grimaldi Group), Alessandro Piccardo (Reefer Terminal Vado Ligure), Giovanni Bandini (società Tarros) e Alfonso Clerici (La Spezia Reefer Center).

Piccardo, amministratore delegato di Reefer Terminal (gruppo Orsero), ha sottolineato il ruolo leader degli impianti di Vado, che nel 2014, con 509 mila tonnellate movimentate, ha coperto metà dell’import italiano di frutta: 384 mila tonnellate di banane su un totale nazionale di 570 mila, 79 mila tonnellate di ananas su 117 mila complessive, 15 mila tonnellate di kiwi su 22 mila, 13 mila tonnellate di pere su 46 mila totali in Italia. Le banane sbarcate al Reefer Terminal, che nel 2013 rappresentavano il 62 per cento dell’import complessivo italiano, sono salite nel 2014 al 67 per cento; gli ananas sono passati dal 58 al 68 per cento del totale; i kiwi dal 35 al 66 per cento del totale.

Ma il terminal climatizzato vadese non è l’unica eccellenza logistica in campo agroalimentare. Notevoli le performance, sempre a Vado Ligure, delle importazioni di caffè da parte del gruppo Pacorini, insediato nelle aree dell’interporto Vio. Nel 2014 sono state sdoganate 105 mila tonnellate di “oro verde”, pari a 5 mila 500 contenitori, che rappresentano il 22 per cento dell’import complessivo di caffè in Italia. Il caffè crudo, pre-trattato negli impianti di lavorazione di Vado, è stato poi distribuito ai torrefattori del Nord e del Centro Italia. Importazioni che non sono più esclusiva di Centro e Sud America: oggi il Brasile resta il primo fornitore dell’Europa (24 per cento) ma è insidiato da vicino dal Viet Nam (23 per cento); seguono, molti distanziati, Honduras (6 per cento), Perù e India (5 per cento), Colombia (3 per cento). In caduta libera l’Etiopia (3 per cento).

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