Cronaca

Rapina al Dico e sparatoria a Pietra: fissato l’abbreviato per Bellapianta e Galeotti

Savona. E’ stato fissato per il 24 febbraio davanti al giudice Emilio Fois il rito abbreviato per Daniele Bellapianta, 24 anni, e Leon George Galeotti, 23 anni, i due giovani arrestati ad agosto scorso dopo la rapina al supermercato “Dico” di Borghetto che era culminata con un inseguimento sull’Aurelia e la successiva sparatoria a Pietra Ligure nella quale era rimasto ferito un turista. I difensori dei ragazzi, gli avvocati Mauro Vannucci e Graziano Aschero, avevano chiesto per i loro assistiti il giudizio abbreviato, ma non è ancora da escludere l’ipotesi che possano patteggiare.

La decisione definitiva sul rito alternativo con il quale essere giudicati per l’accusa di rapina verrà presa nel corso dell’udienza fissata per il prossimo 24 febbraio.

Già nel corso dell’interrogatorio di convalida davanti al gip i due ragazzi si erano detti pentiti e dispiaciuti per quello che era successo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Bellapianta e Galeotti aveva rapinato il Dico di Borghetto dopo aver perso tutti i soldi al casinò. Per mettere a segno il colpo avevano usato un’arma giocattolo comprata in un’armeria di Milano e che Bellapianta usava per fare il tiro a segno nel box di casa.

Dopo l’arresto, dal carcere, i due ragazzi avevano anche scritto una lettera di scuse a Corrado Manarin, il turista colpito da un proiettile vagante nelle concitate fasi dell’inseguimento ai due ragazzi. Nella lettera, una paginetta scritta in stampatello, firmata da entrambi e datata 22 agosto, si legge: “Vorremmo esprimerle il nostro immenso rammarico per l’accaduto. Riflettendo a lungo su ciò che è successo, ci siamo resi conto della gravità degli eventi accaduti, i quali hanno portato a mettere a rischio la sua vita”.

“Non possiamo descriverle – proseguono Bellapianta e Galeotti – la gioia provata alla notizia che si trova fuori pericolo. Il nostro rammarico più grande è dato dal fatto che quel colpo, destinato a noi, l’abbia raggiunta ferendola. Non troviamo davvero le parole per trasmetterle questo senso di colpa, solo ora, ci rendiamo conto delle conseguenze che, quella che era partita come una stupida bravata, tramutatasi poi in panico, ha infaustamente causato”.

Infine i due ventenni si rivolgevano ancora a Corrado Manarin per porgergli “le più profonde e sentite scuse” e augurandosi che avesse una “rapida, sana e completa guarigione”.

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