Udienza rinviata

Rapina al Dico e sparatoria Pietra, Bellapianta e Galeotti risarciranno le parti offese

Savona. E’ stata rinviata al 12 marzo l’udienza preliminare per Daniele Bellapianta, 24 anni, e Leon George Galeotti, 23 anni, i due giovani arrestati ad agosto scorso dopo la rapina al supermercato “Dico” di Borghetto che era culminata con un inseguimento sull’Aurelia e la successiva sparatoria a Pietra Ligure nella quale era rimasto ferito un turista.

Il rinvio è stato deciso dal giudice Emilio Fois per permettere ai due imputati di perfezionare l’accordo (già definitio in sede privata) per il risarcimento alle parti offese. Visto che la transazione non era ancora avvenuta, il giudice ha optato per un rinvio “tecnico” proprio per consentire a Bellapianta e Galeotti di definire la loro posizione (uno farò l’abbreviato, l’altro patteggierà) a risarcimento avvenuto.

Il risarcimento danni riguarderà le commesse del supermercato e le forze dell’ordine (nell’inseguimento i due giovani avevano speronato un’auto dei Carabinieri), ma non il turista ferito, dato che il colpo di pistola non era partito dai rapinatori.

Già nel corso dell’interrogatorio di convalida davanti al gip i due ragazzi si erano detti pentiti e dispiaciuti per quello che era successo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Bellapianta e Galeotti aveva rapinato il Dico di Borghetto dopo aver perso tutti i soldi al casinò. Per mettere a segno il colpo avevano usato un’arma giocattolo comprata in un’armeria di Milano e che Bellapianta usava per fare il tiro a segno nel box di casa.

Dopo l’arresto, dal carcere, i due ragazzi avevano anche scritto una lettera di scuse a Corrado Manarin, il turista colpito da un proiettile vagante nelle concitate fasi dell’inseguimento ai due ragazzi. Nella lettera, una paginetta scritta in stampatello, firmata da entrambi e datata 22 agosto, si legge: “Vorremmo esprimerle il nostro immenso rammarico per l’accaduto. Riflettendo a lungo su ciò che è successo, ci siamo resi conto della gravità degli eventi accaduti, i quali hanno portato a mettere a rischio la sua vita”.

“Non possiamo descriverle la gioia provata alla notizia che si trova fuori pericolo. Il nostro rammarico più grande è dato dal fatto che quel colpo, destinato a noi, l’abbia raggiunta ferendola. Non troviamo davvero le parole per trasmetterle questo senso di colpa, solo ora, ci rendiamo conto delle conseguenze che, quella che era partita come una stupida bravata, tramutatasi poi in panico, ha infaustamente causato”.

Infine i due ventenni si rivolgevano ancora a Corrado Manarin per porgergli “le più profonde e sentite scuse” e augurandosi che avesse una “rapida, sana e completa guarigione”.

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