Discussione rinviata

Morte sul lavoro a Bardineto, aperta trattativa per il risarcimento ai parenti della vittima

La svolta inattesa fa slittare la discussione del processo in Corte d'Assise

tribunale savona

Bardineto. Trattativa per il risarcimento dei parenti della vittima avviata e la discussione del processo slitta. E’ la svolta inattesa arrivata nel processo per l’incidente mortale sul lavoro all’agriturismo “Oddone” di Bardineto.

Questa mattina in Corte d’Assise non c’è stata quindi nessuna requisitoria del pm o arringa difensiva, ma l’udienza è stata rinviata al 26 marzo per consentire ai difensori degli imputati (gli avvocati Alessandro Cibien e Giorgio Zunino) di perfezionare l’accordo con i legali di parte civile (gli avvocati Fabio Ruffino, Franco Aglietto e Francesca Rosso).

Finora gli imputati, i fratelli Angelo, Emilio e Maria Nadia Oddone, e la ex compagna del primo, Giuseppina Ferrari, non avevano mai accolto le richieste di risarcimento avanzate dai famigliari della vittima dell’incidente sul lavoro, l’operaio Wladut Asavei. Nelle scorse settimane invece è arrivato il cambio di rotta e la trattativa è stata aperta. Alla luce di questo sviluppo i giudici hanno deciso di far slittare la discussione per iniziarla con il risarcimento già definito.

Gli imputati sono accusati di omicidio volontario, violenza privata, lesioni, falso e di violazione delle normative sulla sicurezza sul lavoro (reato che il pm ha contestato in un secondo momento).

L’ipotesi dell’accusa è che i quattro non prestarono i soccorsi in maniera corretta: quel giorno infatti non fu allertato il 118, ma i feriti, oltre alla vittima si era infortunato anche il suo collega Dragan Novakovic, furono accompagnati in ospedale con mezzi privati.

Una scelta che non avrebbe fatto altro che peggiorare le condizioni degli operai. Proprio questo è stato l’oggetto della discussione dei periti di parte che nella scorsa udienza si sono dati battaglia. Da una parte la dottoressa Lucrezia Mazzarella, il medico legale che eseguì l’autopsia sulla vittima, che ha ribadito come con un soccorso tempestivo e specializzato la morte dell’operaio poteva essere evitata. Diversa l’opinione dei consulenti della difesa che hanno contestato la tesi dell’accusa sostenendo che le possibilità di salvarsi per Gheorge Wladut Asavei sarebbero state ridotte anche mobilitando il 118.

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