Allarme terrorismo

Minacce Isis, aumenta la vigilanza alla moschea di Albenga

Albenga Moschea

Albenga. “I fedeli che frequentano la nostra moschea sono persone tranquille e lottano da sempre contro il fondamentalismo islamico”, parola di Rachid Jibril, 39 anni, da 11 vive ad Albenga con la moglie e un figlio di tre anni. Le minacce dell’Isis spaventano l’Italia. “Ma qui non c’è nulla da temere”, cerca di tranquillizzare gli albenganesi Rachid.

Contro il fondamentalismo islamico, il centro culturale musulmano più grande delle Liguria, a pochi passi dal cuore medievale cittadino e dalla grande piana agricola, per scoraggiare eventuali atti vandalici o di intolleranza religiosa e razziale, più che eventuali infiltrazioni di soggetti “sconosciuti”,  ha installato telecamere nel grande capannone di via Piemonte. Un’immensa moschea di 750 metri quadrati dove si ritrovano a pregare almeno duemila fedeli. Abdel Sarr, arrivato in Italia una dozzina di anni fa, si è reinventato commerciante dopo una vita nell’edilizia. “I miei nonni mi hanno insegnato ad andare in moschea e io faccio lo stesso con i miei figli. Ma saranno loro a decidere che cosa fare da grandi. Molti musulmani hanno un approccio alla religione distaccato — dice — Ecco, ci sono altri fratelli che si impegnano per farli andare in moschea. Ed è una buona cosa. La moschea ci accoglie e qui ci sentiamo a casa”.

Rachid, come Abdel, come Soufiane che abitano ad Albenga e Ceriale hanno la loro strategia: “L’Isis è un mostro che va schiacciato al più presto possibile ma è forse più vulnerabile di quanto non l’abbiamo reso invincibile noi, nel nostro immaginario collettivo, dando peso ad ogni messaggio delle sue orribili azioni che posta sul web. Fino ad ora il califfato ha conquistato solo stati falliti e le nostre menti terrorizzate dalla sua pubblicità. Il primo imperativo per battere un nemico è non averne paura e noi siamo per l’integrazione con gli italiani e per vivere una vita serena. Noi siamo del tutto distanti da ogni forma di violenza su base religiosa. Quelle storie non ci appartengono. Viviamo in Italia e il nostro comportamento parla per noi”. E anche Roberto Hamza Piccardo, responsabile della Comunità islamica ligure parlando dell’argomento lancia un messaggio molto chiaro: “Abbiamo già espresso da tempo una nettissima condanna nei confronti di Isis, insieme a tutti i sapienti islamici e continueremo a farlo anche ora”.

Nella più grande moschea della regione si cerca dunque di smorzare i toni e allontare le paure della gente che vive nella seconda città più popolosa della provincia di Savona, ma qui come altrove le forze dell’ordine hanno adottato tutte le misure necessarie per la sua sicurezza e quella degli albenganesi. Auto civetta di carabinieri e polizia, di tanto in tanto, girano da queste parti per dare un’occhiata che tutto sia tranquillo. Del resto non esiste, purtroppo, la possibilità di prevenire qualche squilibrato che voglia emulare i fondamentalisti magari con qualche gesto sconsiderato.

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