Calcio

La mannaia del giudice sportivo sul Cengio. La società non ci sta: “Omissioni nelle dichiarazioni dell’arbitro”

300 euro di multa e campo squalificato, Santin fuori fino al 2 aprile e Cavalli per 10 mesi

Cengio

Cengio. Con il comunicato ufficiale odierno della LND savonese, il giudice sportivo ha inflitto pesanti sanzioni al Cengio, a seguito della partita persa per 2-1 sul campo del Val Lerone.

Il campo della società valbormidese è stato squalificato per un turno “per comportamento di discriminazione razziale dei propri tifosi nei confronti di un giocatore avversario”.

L’Usd Cengio è stata multata di 300 euro “in quanto dapprima propri tifosi insultavano dalle tribune il direttore di gara e quindi cercavano di provocare tafferugli sulle tribune. All’uscita dell’arbitro dal recinto di gioco, sempre alcuni sostenitori del Cengio, lo minacciavano gravemente e poi lo colpivano con uno sputo al volto. Inoltre prpri tesserati non identificati dapprima colpivano l’arbitro con un calcio e successivamente con una manata alla nuca. Con l’arbitro chiuso negli spogliatoi, propri tesserati non identificati ne colpivano e squotevano la porta d’entrata. A seguito dell’accaduto si rendeva necessario sia l’intervento dei carabinieri che una visita al pronto soccorso di Voltri a seguito della quale veniva rilevata una prognosi di giorni sette”.

L’allenatore Angelo Santin è stato squalificato fino al 2 aprile in quanto “nonostante fosse già stato richiamato, entrava indebitamente sul terreno di gioco protestando contro le decisioni del direttore di gara e si rifiutava di allontanarsi spontaneamente dal campo dopo essere stato espulso. A fine gara sostava indebitamente fuori dagli spogliatoi assumendo atteggiamento minaccioso contro il direttore di gara”.

Dieci mesi di squalifica al calciatore Pietro Cavalli perché “A norma dell’art. 3 comma 2 CGS il calciatore che funge da capitano della squadra risponde degli atti di violenza commessi, in occasione della gara, in danno dell’ufficiale di gara da un calciatore della propria squadra non individuato. Nel caso di specie non avendo individuato il direttore di gara l’autore del calcio da cui è stato colpito nelle terga e della manata ricevuta alla nuca, senz’altro provenienti da un giocatore del Cengio non identificato, si procede alla squalifica del suddetto calciatore, nella sua qualità di capitano sino al 31/12/2015”.

Cinque giornate di stop per Alessandro Di Salvo, con questa motivazione: “A seguito della concessione di un calcio di rigore a favore della squadra avversaria si avvicinava al direttore di gara minacciandolo gravemente. Alla notifica dell’espulsione tentava di aggredire l’arbitro senza riuscirvi per il pronto intervento dei compagni, nonostante ciò minacciava ulteriormente il direttore di gara. Costretto dai compagni usciva dal terreno di gioco sbattendo violentemente il cancello d’uscita. Al termine della gara, sostava indebitamente nei pressi dell’uscita dal terreno di gioco e partecipava all’aggressione subita dall’arbitro”.

Per finire, una giornata di squalifica a Samir Ismail Bayi.

La società di Cengio, però, non ci sta e ritiene opportuno precisare il proprio punto di vista, sostenendo che “quanto dichiarato dall’arbitro, Lorenzo Bardini della sezione di Savona, presenti omissioni di non poca rilevanza”.

“Al termine dell’incontro – dicono i dirigenti del Cengio -, il direttore di gara non attendeva l’uscita dal quadrato di gioco di entrambe le squadre e, uscendo insieme ai giocatori, si preoccupava di applaudire ironicamente e con sorrisi di schernimento alcuni tifosi della nostra società che nel frattempo si erano disposti in prossimità dell’uscita del campo (ma comunque al di fuori del quadrato di gioco e al di là della rete di protezione) e stavano contestando la Sua direzione di gara, da lì in poi in modo sempre più acceso (lo sputo al volto a cui si fa riferimento nel comunicato è una reazione, sbabliata, alla provocazione del signor Bardini)”.

“Il direttore di gara – proseguono – avrebbe poi ricevuto un calcio ed una manata alla nuca da alcuni tesserati della nostra società, da lui non identificati in quanto girato di spalle. Non si esclude che possa essere accaduto quanto dichiarato dall’arbitro e questa società condanna in modo assoluto l’eventuale reazione di chicchessia qualora fosse accaduta”.

“Riteniamo opportuno precisare – sottolineano – che in seguito ai fatti sopra descritti, il mister del Cengio, seppur allontanato nel corso della partita per essere uscito dall’area tecnica, è prontamente intervenuto per mettere immediatamente fine alla situazione creatasi impedendo dunque un aggravio della stessa. L’atteggiamento di quest’ultimo nei confronti del direttore di gara, dunque, è stato tutt’altro che minaccioso come riconosciuto ed apprezzato dallo stesso direttore di gara nell’immediatezza dei fatti”.

“L’U.S.D. Cengio 1929 – aggiungono i dirigenti – respinge inoltre in modo assoluto l’accusa del signor Bardini secondo cui alcuni tesserati della società colpivano e scuotevano la porta del suo spogliatoio in quanto i giocatori erano già tutti nel proprio spogliatoio e nessuno vi è più uscito fino all’arrivo dei carabinieri ad eccezione dei dirigenti della società che sollecitavano l’arbitro al fine di ritirare i documenti consegnatigli a inizio partita in quanto da esso trattenuti senza alcun titolo, mentre quelli della società Val Lerone erano già stati consegnati da tempo”.

“In merito ai provvedimenti disciplinari presi nei confronti del nostro giocatore Alessandro Di Salvo, la società ritiene eccessiva la squalifica di cinque giornate soprattutto se giustificata dal fatto che ‘partecipava all’aggressione subita dall’arbitro’ in quanto assolutamente non veritiera. Infine, la società condanna in modo assoluto il comportamento di discriminazione razziale tenuto dai propri tifosi a danno di un giocatore della società Val Lerone. Teniamo a precisare ciò anche perché la rosa del Cengio è composta da giocatori di ben sei nazionalità differenti”.

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