Tirreno power

Il carbone di Vado venduto alla centrale di Monfalcone

L'azienda cederà 30000 tonnellate di combustibile alla società "A2A" che gestisce l'impianto friuliano

Tirreno Power operazione trasparenza

Vado L. Una parte del carbone attualmente stoccato nella centrale di Vado Ligure finirà a Monfalcone. L’azienda Tirreno Power sta perfezionato un accordo per vendere 30000 tonnellate di combustibile alla società “A2A” che gestisce l’impianto termoelettrico friulano.

Secondo quanto trapelato il trasferimento inizierà il prossimo 9 marzo: il carbone sarà portato via gomma fino a Genova dove, questa volta via mare, partirà verso Monfalcone, la destinazione finale.

Al momento nella centrale vadese sono stoccate circa duecentomila tonnellate di “carbone da vapore” delle quali trentamila sono appunto in partenza, ma non è da escludere che Tirreno Power ne venda ancora. Secondo le voci che arrivano dall’impianto di Vado sarebbe infatti in corso una trattativa, sempre con il gestore di Monfalcone, per l’acquisizione di altro combustibile. Un’operazione che, secondo qualcuno, presenta almeno un’anomalia: il carbone non utilizzato a Vado sarà bruciato in un impianto che al momento è sprovvisto di alcuni sistemi ambientali, come il desolforatore e il denitrificatore (presenti a Vado dal 1997), che riducono l’impatto inquinante del processo.

Le operazioni di “trasloco” del carbone, visto che parte della centrale resta sempre sotto sequestro, saranno seguite anche dal tribunale di Savona. Nei giorni scorsi il gip Fiorenza Giorgi ha ricevuto alcune istanze mirate proprio ad ottenere il via libera alla movimentazione del carbone presente nell’impianto (ieri i vigili del fuoco hanno eseguito un sopralluogo per approvare il cronoprogramma presentato da Tirreno Power).

La scelta di “alleggerire” il carbonile di Vado, se inserita nell’attuale contesto della vertenza Tirreno Power, potrebbe apparire come l’ennesimo segnale negativo per la centrale. Il fatto che l’azienda decida di vendere il combustibile, alla luce delle evidenti difficoltà a far ripartire i gruppi alimentati a carbone, rischia di essere interpretato un po’ come una “resa”. Nello stesso tempo da Tirreno Power arrivano però anche segnali opposti: come la scelta di presentare un ricorso al Tar del Lazio per impugnare l’AIA.

Insomma, come da molti mesi a questa parte, è difficile capire le strategie che animano questa vertenza e quale sarà il risultato finale. Una situazione che, purtroppo, continua a gravare sulle spalle dei lavoratori della centrale, ormai esasperati, che vivono in un clima di totale incertezza in merito al loro futuro.

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