Finale Ligure. Le vecchie fabbriche savonesi? Ottime per diventare centri culturali. Lo sostengono il segretario regionale di Rifondazione Comunista Marco Ravera e il suo collega a livello provinciale Fabrizio Ferraro, che osservano: “In Italia l’archeologia industriale è del tutto ignorata. Eppure in molti casi strutture industriali in disuso sono state riscoperte, restaurate e rivalutate in modo da divenire contenitori per centri studi e poli museali capaci di creare cultura, turismo, ricchezza senza aggredire il territorio. Sono molteplici gli esempi. Penso ai lanifici storici della LaneRossi a Schio o alle Officine Grandi Riparazioni di Torino. Senza dimenticare le vecchie stazioni ferroviarie che sono diventati musei di rilevanza mondiale come il Museo d’Orsay a Parigi”.
Ma dare testimonianza del passato per investire nel futuro evidentemente non è una pratica che tutti vogliono coltivare: “Da noi le vecchie stazioni vengono lasciate nel degrado e i siti industriali lasciano presto spazio a nuove edificazioni. A Savona dove sorgeva l’Italsider ora c’è il Crescent, al posto della Metalmetron sorge un centro commerciale. Stessa sorte per le ex vetrerie di Altare. Non fa eccezione lo stabilimento Piaggio di Finale Ligure le cui aree saranno occupate da tre torri o comunque da ‘cemento a vario titolo’. Peccato sarebbe stata un’area perfetta per ospitare un Museo della Piaggio da affiancare a quello già esistente, sempre Piaggio, a Pontedera che nel 2011 ha superato i 36 mila visitatori. La nostra regione evidentemente non li vuole”.