Genova. “In questi anni abbiamo presentato interrogazioni in consiglio per chiedere lumi su come si stava procedendo per arrivare finalmente al dunque nell’operazione, indispensabile per il futuro dello scalo, di rilancio. Abbiamo presentato un anno fa come gruppo Lega una mozione per modificare i contenuti del Piano Nazionale Aeroporti e scongiurare il declassamento dello scalo ‘Cristoforo Colombo’ di Genova. Al contrario l’assessore Paita e la sua maggioranza Pd, nonostante le nostre continue sollecitazioni, sono stati a guardare mentre il governo Renzi declassava il nostro aeroporto e di conseguenza tagliava i fondi destinati agli investimenti. Il risultato è che oggi ci troviamo con un aeroporto di serie C, messo allo stesso livello di quello di Lampedusa, e con aeroporti come quello di Salerno – uno scalo fantasma chiuso da più di due anni – che hanno ricevuto uno stanziamento di 40 milioni di euro nello Sblocca Italia, il doppio esatto rispetto a quello di Genova”.
Così interviene Edoardo Rixi, consigliere regionale della Lega Nord e candidato alla presidenza della Liguria, commentando il declassamento dello scalo aeroportuale di Genova in terza fascia, quella di importanza “nazionale”.
“Non più tardi di 4 mesi fa – dice Rixi – avevo chiesto in aula all’assessore Paita chiarezza sui dati che riguardano l’aeroporto che, ricordo, non sono stati neppure forniti dalla società di gestione all’adivisor nominato con il compito di valutare in termini economici la quota che verrà ceduta per poi procedere alla stesura del bando di gara per la privatizzazione. Dalla Paita nessuna risposta esaustiva. Il risultato finale è che dopo anni di discussione sulla vendita delle quote dello scalo ancora non esiste un quadro preciso e quindi nessuna certezza su quali siano le possibilità reali di rilancio del nostro aeroporto, oggi totalmente marginale rispetto ai collegamenti nazionali e internazionali che vedono quindi il capoluogo della nostra regione quasi totalmente tagliato fuori dalle rotte che contano e dagli interessi delle maggiori compagnie low cost, che costituiscono il futuro dei collegamenti aerei in Italia e non solo”.
Le conseguenze sono gravi: “La conseguenza è l’ulteriore e drammatico isolamento di Genova sia dal punto di vista turistico sia dal punto di vista dell’attrattività economica: pensiamo alle imprese che, se vogliono venire a insediarsi a Genova, devono poi sobbarcarsi costi enormi per gli spostamenti aerei perché dalla Liguria è limitatissimo il collegamento con le compagnie low cost. Riteniamo che sia indispensabile rilanciare per esempio i collegamenti con l’Est Europa. Oggi, escludendo il volo per Istanbul, non c’è un volo diretto con Genova per la Russia o collegamenti adeguati con la Cina. Una situazione assurda per una città che vorrebbe rafforzare la propria vocazione turistica e commerciale con i mercati emergenti del Far East, anche in chiave Expo 2015”.