Savona. “Ancora una volta lascia sgomenti la ripresa della discussione intorno alla possibilità di attivare una ricca miniera di titanio nel Parco del Beigua. Una proposta che i Verdi hanno già bocciato in passato perché inserita nella logica perversa dello sfruttamento dissennato di risorse non rinnovabili. In questo caso, una volta distrutto un bellissimo Parco ormai noto in tutta Europa, e che ogni anno trova gradimenti sempre crescenti con nuovi flussi turistici, rimarrà un territorio devastato e snaturato”. Così i Verdi savonesi dicono ancora una volta No alla possibilità di estrazione del titanio nel Beigua sul monte Tarinè.
“Nel Savonese un problema simile si era già presentato quando ci si accorse che il redditizio commercio della preziosa “Pietra di Finale” avrebbe portato allo spianamento dei promontori di Verezzi, nel Comune di Borgio, e della Rocca di Perti in Finale Ligure: due luoghi magici che ospitano, quali eredità uniche del passato, i famosi “Castellieri dell’età del Bronzo”. Siti che inoltre caratterizzano un paesaggio inconfondibile di grande bellezza nel panorama della costa ligure” sottolinea il portavoce dei Verdi Gabriello Castellazzi.
“La vera miniera della nostra Liguria è quella che si identifica nei “depositi della cultura”: una risorsa non solo “rinnovabile”, ma che può essere costantemente arricchita da nuove scoperte capaci di intercettare nuove correnti turistiche”.
“Certamente devono essere ancora fatti sforzi ancora più grandi per una vera promozione dell’esistente. Ad esempio in luoghi turistici d’avanguardia, la rete degli Alberghi, dei B&B e degli Agriturismi, sono già in grado di consegnare ad ogni singolo ospite una carta di ingresso per tutti gli spazi culturali: musei, siti archeologici, castelli medievali, gallerie d’arte, ecc.”.
“Ci limitiamo oggi a ricordare tre eccellenze della nostra provincia: il nuovissimo Museo della Ceramica di Savona, il Museo Archeologico del Finale e il Museo Navale di Albenga; ma l’elenco sarebbe lungo. Il Savonese avrebbe bisogno inoltre di un’unica “Carta dei sentieri” con un unico tipo di segnaletica e cartelli esplicativi in più lingue. Queste sono le vere “miniere “ da coltivare, certi, non solo, di incrementare occupazione stabile per i nostri giovani, ma di lasciare un ricco patrimonio alle future generazioni” conclude Castellazzi.