Economia

A Savona l’artigianato è innovazione: 118 piccole imprese nel settore tecnologico, +5,4%

Liguria. Non solo le grandi aziende sanno fare dell’innovazione il proprio mestiere: con 592 micro e piccole imprese attive, l’artigianato ligure dimostra una notevole propensione all’Ict, cresciuta soprattutto nell’ultimo anno. Secondo l’ufficio studi di Confartigianato su dati Unioncamere-Infocamere, rispetto al 2013 le imprese artigiane liguri attive in questo settore sono cresciute del 3,1%, la seconda migliore performance italiana dopo quella del Trentino Alto Adige (+3,8%), e superiore di gran lunga anche alla media italiana (+0,3%) e a quella del Nord Ovest (+1,8%). Ai primi posti anche Emilia Romagna (+3%) e Lombardia (+2,9%), mentre chiudono la classifica Sardegna (-4,4%), Basilicata (-3,8%) e Calabria (-3,7%).

A incidere maggiormente sulla crescita nell’artigianato ligure dell’innovazione sono i settori della riparazione di computer e altri apparecchi elettronici (249 micro e piccole imprese, +6,4% sul 2013), quello dell’elaborazione dati e gestione portali web (168 realtà attive, +3,1%) e infine il settore software, che raccoglie 117 piccole imprese liguri e ha registrato un +2,6% in un anno. In calo (-11,3%) la fabbricazione di computer e di prodotti elettronici e ottici (55 realtà attive), invariati i settori delle telecomunicazioni e del commercio all’ingrosso di prodotti Ict (solo tre piccole imprese in Liguria).

Osservando la dinamica provinciale, è Savona ad aver registrato, nell’ultimo anno, la maggiore crescita dell’artigianato “innovativo”: +5,4%. Nel savonese, dove si contano 118 imprese attive nel settore, la maggioranza è costituita da attività di riparazione computer (44) e software (42). Significativa anche la crescita nello spezzino, che ha registrato un +4,9%: 86 micro e piccole imprese in totale, attive soprattutto nella riparazione (31) e nell’elaborazione dati, hosting e gestioni siti web (29). Imperia (+2,8% sul 2013) conta 109 realtà della “cultura digitale”: 43 attive nell’hosting e circa una trentina ciascuno nei settori dei software e riparazione apparecchi elettronici. Infine, il capoluogo ligure chiude con una crescita dell’1,8%: il genovese, che concentra il maggior numero delle micro e piccole imprese liguri del settore (279 sulle 592 totali), vede prevalere i comparti della riparazione e dell’elaborazione dati, rispettivamente con 141 e 75 realtà attive.

“La Liguria – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – oltre a contare un significativo numero di imprese attive nell’Ict, è anche una regione che sa sfruttare la cultura digitale e l’innovazione per dare impulso alla produttività. La capacità innovativa delle imprese è sicuramente una delle variabili che aiutano a reagire alla crisi: i dati ci dimostrano come i vantaggi dell’innovazione siano sfruttati non solo dalle grandi realtà produttive, ma anche dai piccoli, in particolare proprio le micro imprese artigiane”.

Non a caso, in Italia, il 32,3% di imprese che innovano sono proprio quelle fino a 9 addetti, contro una percentuale del 31,5% registrata tra le imprese più grandi. È il settore manifatturiero a presentare la maggior propensione all’innovazione e, in particolare, la forma prevalente è quella organizzativa, attuata dal 16,7% delle micro e piccole imprese attive. Seguono l’innovazione di prodotto o di servizio (15,5%), quella in strategie di marketing, per esempio con l’utilizzo dei social media (15%) e infine di processo (11,4%).

“Questi dati – conclude Grasso – ci dimostrano in modo chiaro che anche le microimprese sanno fare innovazione e, come più volte affermato, non deve quindi esistere nel dibattito legato alle strategie regionali di sviluppo un concetto di innovazione di serie A delle grandi imprese e uno, spesso residuale, di serie B abbinato alle microimprese”.

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