Politica

Savona, la vittoria di Paita alle primarie “salva” Luca Martino? Di Tullio: “Mai pensato di ‘castigarlo'”

Savona. Un vincitore, tanti sconfitti: questo il bilancio all’interno dell’amministrazione di Savona dopo le primarie che hanno premiato Raffaella Paita. Non è un mistero, infatti, che la giunta savonese sostenesse in blocco Sergio Cofferati, compatta dietro il sindaco Federico Berruti. Con una sola eccezione: l’assessore allo Sport, Luca Martino.

Berruti, in origine, era stato il primo sfidante di Paita: il duello era già iniziato a colpi di dibattiti, quando il sindaco di Savona ha deciso di lasciare il passo al “Cinese”, diventandone il primo scudiero. Il suo sostegno aveva convinto un po’ tutti, nella giunta savonese, tranne Martino. Che, unica voce fuori dal coro, si è schierato dalla parte di Raffaella Paita.

E Savona ha risposto: 1.110 Cofferati, 921 Paita. Uno scarto minimo, nonostante la differenza di forze in campo. Martino non riesce a nascondere la propria soddisfazione: “Il risultato provinciale è davvero straordinario, cambia la geografia politica di questa provincia per quanto riguarda il Pd. E quello di Savona città è decisamente molto positivo, perché lo sbilanciamento tra chi sosteneva Cofferati e chi Paita era evidente e nonostante questo c’è un risultato di sostanziale equilibrio”.

Ma non è merito mio, si schermisce l’assessore: “Il risultato di Paita a Savona è il frutto del lavoro di tanti, non certo di uno solo. Alcuni dal primo momento, altri nel corso del cammino hanno creduto in una candidatura che è cresciuta settimana dopo settimana e ha convinto un così grande numero di liguri”.

Tra gli sconfitti, il vicesindaco Livio Di Tullio cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: “La campagna di Cofferati è partita molto tardi, quindi mi pare che sia un risultato tutto sommato positivo. E comunque questa è stata una grande festa della democrazia, perché sono andate a votare 50.000 persone in tutta la Liguria e 8.000 nel savonese. Dopo di che, come in tutte le primarie, ci sono un vincitore e uno sconfitto: per quanto mi riguarda da domani c’è da lavorare per far vincere a Paita le elezioni regionali”.

Lo scarto provinciale, 4.000 voti, è tale da mettere al riparo da qualsiasi polemica, spiega Di Tullio. Che non risparmia una stilettata al suo candidato: “Che ci possano essere polemiche fa parte della naturale tensione di queste competizioni, una commissione esaminerà i casi dubbi. In ogni caso se tu decidi nelle regole che gli extracomunitari possano votare trovo singolare poi lamentarsi del fatto che votino. Tuttavia il dato complessivo è un dato di grande partecipazione al voto che non mette in discussione il vincitore”.

Tutti uniti con Paita, dunque. Insieme a Martino, l’unico della giunta che era già nella “squadra” dell’assessore regionale. Una scelta che, si vociferava nei corridoi della politica, avrebbe pagato cara in caso di vittoria di Cofferati: si era arrivati a sussurrare addirittura di un possibile ritiro della delega allo Sport, per privare Martino del suo naturale bacino di voti.

“Non è mai stata una mia preoccupazione questa – taglia corto il diretto interessato – l’ho sempre ritenuta una questione priva di qualsiasi fondamento. E comunque credo che questo risultato faccia giustizia di tante sciocchezze che si sono sentite”.

Sibillino invece Di Tullio: “Io personalmente non ho mai avuto intenzione di ‘castigarlo’, e penso nemmeno il sindaco. Credo che alla fine il sindaco deciderà come si porta avanti l’amministrazione comunale di Savona”. Come a dire: se Martino dovesse essere silurato sarebbe per motivi interni al comune di Savona e non per il suo sostegno a Paita. Che il rimpasto non sia ancora scongiurato?

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