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Kendo, tra colpi di shinai e zen: la scherma giapponese di scena ad Albenga con il “Trofeo Liguria” fotogallery

Albenga. “In Liguria saremo sessanta, settanta al massimo, non di più. Nella nostra regione e in tutta Italia è uno sport di nicchia”. Il kendo, disciplina originaria del paese del Sol Levante, non può contare, attualmente, su grandi platee e stuoli di adepti, ma chi sceglie di cimentarsi in questa pratica, finisce con l’esserne così coinvolto da viverla appieno, con grande passione.

Davide Baiardi del Circolo Scherma Savona Kendo, ne spiega le ragioni: “Questo non è solo uno sport, ma una disciplina: la parte sportiva è solo una parte del kendo e nemmeno quella più importante. Il kendo dovrebbe essere una sorta di cammino che ti accompagna per tutta la tua vita, in vari ambiti. Dovrebbe insegnarti delle attitudini che impari in palestra con il tuo maestro e riesci a mettere in pratica nella vita di tutti i giorni, nella società”.

“C’è un discorso – prosegue Baiardi – di rispetto per la persona che hai davanti, di onore e impegno fino all’ultimo. Sono valori che nel kendo si ritrovano. Che si vinca o si perda, l’incontro finisce sempre con una stretta di mano e un abbraccio. Qualcuno può essere contrariato per una sconfitta, ma questa ti insegna sempre molto: il kendo ti insegna a prendere il meglio dalle parti peggiori”.

La sezione Kendo del circolo savonese ha organizzato domenica 25 gennaio ad Albenga, al PalaMarco, la prima giornata del “Trofeo Liguria”. Un evento che, anno dopo anno, continua a crescere, nei numeri e nella qualità dello spettacolo offerto.

“Sono quattro anni che organizziamo questo piccolo evento – spiega Baiardi – che era partito come un incontro tra le due palestre della Liguria, quella di Savona e quella di Genova. Quest’anno abbiamo gente proveniente da varie città del nord Italia”.

La gara Open (aperta a tutti, ossia i gradi alti, che sarebbero i Dan, e bassi, che sarebbero i Kyu), ha visto il successo di Sperzaga (Cremona), davanti a Francardo (Savona); terzi a pari merito Gaudenti (Savona) e Dallosta (Savona).

Nella gara Kyu (gradi bassi) ha primeggiato Manzella (Brescia); secondo classificato Della Valle (Savona), terzi a pari merito Scardeoni (Brescia) e Negri (Piacenza). Il fighting spirit, premio assegnato dagli arbitri all’atleta più grintoso, è stato vinto da Diana (Genova)

Una disciplina, come detto, che ha origini asiatiche. “Il kendo è la scherma giapponese – dice Baiardi -. Siamo abituati a vedere la gente vestita di bianco che tira di fioretto, spada, eccetera; questa sarebbe la rappresentazione sportiva dell’uso della katana, che veniva usata dai samurai in Giappone. In Giappone il kendo è molto diffuso: nelle scuole, ci sono le squadre delle università, della polizia. Qui ci stiamo piano piano evolvendo”.

Gli sfidanti si affrontano a colpi di shinai, una sorta di spada di bambù. Il kendo si può ritenere una disciplina “etico-sportiva”, in cui l’aspetto agonistico non è prioritario, bensì subordinato a principi etici quali rispetto, cortesia, lealtà, correttezza e filosofici attraverso lo stretto legame con lo zen.

“Non è uno sport violento – precisa l’atleta e insegnante del Circolo Scherma Savona Kendo -. Nel kendo non ci si fa male. In undici anni ho visto farsi male solamente una ragazzina che è inciampata e cadendo si è rotta un dito. E’ uno sport anche per donne: la nostra nazionale femminile, così come quella maschile, lo scorso anno ha vinto il campionato femminile. Nella nostra palestra di Savona abbiamo alcune ragazzine che lo praticano”.

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