Cronaca

Tirreno Power, presidio davanti alla centrale: “Incontro del 23 indispensabile, sarà comunque un triste Natale”

Vado Ligure. Di nuovo in strada, per ricordare al governo l’urgenza della questione Tirreno Power. I lavoratori della centrale vadese hanno deciso di mettere così al centro dei riflettori il loro futuro a rischio, dopo l’ennesima cancellazione ieri del vertice romano, con conseguente rinvio a martedì 23 dicembre.

Una data pretesa con forza dai sindacati prima delle feste natalizie, dopo che il rinvio aveva infiammato gli animi. “Eravamo già pronti a mettere a ferro e fuoco – spiegano Innocente Civelli e Maurizio Perozzi della Rsu – per fortuna è arrivata una risposta dal ministero, che ci ha garantito l’incontro il 23. Speriamo che sia la volta buona, perché veramente siamo stanchi di questa situazione che non trova una soluzione. Che ci dicano qualcosa, è necessario”.

Purtroppo, visti i precedenti, non c’è da stare sereni: già due i rinvii, e, come afferma il popolare detto, non c’è due senza tre. “Speriamo invece che Babbo Natale arrivi anche per noi – è l’auspicio dei lavoratori – perché davvero qui la situazione si sta mettendo malissimo. L’azienda sta arrivando a fine ossigeno, vorremmo capire se riusciamo ad andare avanti ancora oppure no”.

Il presidio di pochi giorni fa, con corteo fino a bloccare il casello della A10 di Savona-Vado, è stato comunque molto tranquillo; difficile però immaginare per quanto tempo ancora i lavoratori vorranno mantenere un profilo così “politically correct”. “Io credo che i lavoratori non abbiamo grosse alternative – spiega Civelli – devono andare avanti nella lotta, pur mantenendo il contegno necessario. Perché noi siamo abituati così, e speriamo di continuare così”.

Oggi una piccola assemblea, per spiegare il rinvio di ieri. “Cercheremo di capire quali sono le prospettive per il 23, ed eventualmente progettare qualche protesta in caso di nuovo slittamento – raccontano i rappresentanti della Rsu – Sicuramente non sarà un Natale tranquillo, perché quello del 23 sarà un incontro interlocutorio: non potrà decidere nulla, e qualcosa in sospeso rimarrà. Certo, dovesse esserci un altro rinvio allora sarà un Natale davvero triste”.

Il problema è che le notizie che giungono dall’azienda non sono affatto delle più rosee. “La situazione – è quanto trapela ufficiosamente da una fonte interna a Tirreno Power – è complessa e per alcuni versi paradossale e possiamo capire che il governo abbia bisogno di tempo per studiarla meglio, anche se la situazione è ogni giorno più difficile. E’ evidente che c’è un problema che la politica deve risolvere se viene chiusa una centrale elettrica che, per ammissione degli stessi magistrati, ha rispettato le leggi dello Stato. Peraltro l’azienda ha già dato la disponibilità ad investire sul sito di Vado con un piano in due fasi che permetterebbe di ripartire nel pieno rispetto delle migliori tecnologie disponibili. Invece il piano tecnico dell’Aia blocca la centrale per due anni, senza motivi di beneficio ambientale, e impone prescrizioni che semplicemente non sono attuabili”.

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