Economia

Strutture ricettive, in Italia aumentano quelle “ombra”: lo dice il confronto tra dati Istat e Tripadvisor

albergo chiavi

In Italia esiste un numero vastissimo di strutture ricettive che non è censito in maniera regolare. Il dato emerge dal confronto tra i numeri di alberghi, pensioni, bed and breakfast, alloggi in affitto e case vacanza censiti dall’Istat e quelli che invece sono classificati su Tripadvisor. Ad effettuare lo studio, su richiesta del Sole 24 Ore, è stata Federalberghi, l’associazione degli albergatori di Confcommercio.

Secondo questa ricerca ormai, in Italia, le strutture che potenzialmente sfuggono alle classificazioni ufficiali – ed entrano di diritto in un’area grigia al confine tra elusione/evasione fiscale e illegalità – sono il doppio di quelle regolarmente censite. Per dirlo sono state confrontate le strutture censite dall’Istat al 10 dicembre nelle quattro principali città italiane (Roma, Firenze, Milano e Napoli) e il vasto mondo di offerte di ospitalità su Tripadvisor, il portale di viaggi presente in 34 Paesi (Cina inclusa) con oltre 260 milioni di visitatori unici e 200 milioni di recensioni e opinioni relative a quasi 4 milioni fra strutture, ristoranti e attrazioni. I numeri dicono che l’Istat complessivamente rileva 7.606 esercizi tra alberghi, pensioni, B&B, alloggi in affitto e case vacanza, mentre su Tripadvisor ne risultano ben 15.396. Il saldo è di ben 7.790 esercizi non censiti.

Un gap che si spiega anche con il fenomeno, sempre più in voga, che ha visto comparire sul mercato l’offerta di alloggi da parte di privati che, grazie al web, hanno avviato delle attività economiche. Una tendenza che si può definire come sharing economy o shadow economy, a seconda della lettura che se ne vuole fare (una ad impostazione più collaborativa, l’altra più concorrenziale e a danno degli operatori del settore).

All’espansione di questo mercato contribuiscono le piattaforme di prenotazione online che hanno innovato e rivoluzionato il panorama dell’offerta turistica: dalla californiana AirBnB, al gruppo Home Away, a Windows on Europe (di cui fanno parte ben 12 marchi, fra cui Halldis e Home ltd). Ai ricavi milionari dei player globali fa riscontro la nascita, ovviamente anche in Italia, di migliaia di attività private che proprio per numero e capillarità sfuggono ai controlli delle Regioni, competenti in materia di attività turistiche, e del Fisco.

Proprio per questo in Parlamento si lavora per definire di una disciplina organica del regime fiscale delle locazioni brevi. Federalberghi da mesi ormai chiede che due ordini del giorno approvati dal Senato e una risoluzione approvata dalla Camera si concretizzino. “In Italia – si legge in una nota datata 26 novembre proprio di Federalberghi – gli esercizi ricettivi regolari ospitano ogni anno circa 103 milioni di turisti, tra italiani e stranieri, per 360 milioni di pernottamenti, e danno lavoro a più di 230mila lavoratori. Non esistono cifre ufficiali che censiscano i flussi in strutture abusive e semiabusive, ma possiamo stimare che il fenomeno valga almeno 100 milioni di pernottamenti all’anno e bruci la possibilità di creare 70mila nuovi posti di lavoro”.

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