Regione. Il capogruppo del partito democratico in Regione Liguria Nino Miceli è indagato per peculato nell’ambito dell’inchiesta si sulle ‘spese pazze’ dei gruppi consiliari della Regione.
Miceli, cosí come è accaduto una settimana fa con il tesoriere del gruppo Mario Amelotti, è entrato nell’ufficio del sostituto procuratore Francesco Pinto come persona informata sui fatti e ne è uscito circa due ore dopo come indagato. Sotto accusa le spese del gruppo del 2010, 2011 e 2012.
“Voglio comunicare a tutti i miei amici, prima che lo apprendano dai giornali, che mi sento profondamente frustrato nel vedermi associato al capitolo delle cosiddette ‘spese pazze’ che in Liguria e in tutta Italia ha rivelato episodi anche gravi, suscitando l’indignazione popolare – ha scritto Nino Miceli sul proprio profilo Facebook subito dopo essere stato raggiunto dalla notizia – Un’inchiesta giusta, voglio sottolinearlo, perché la magistratura fa il suo mestiere ed è giusto che indaghi per chiarire ciò che sospetta essere nebuloso, specie quando ci sono di mezzo soldi pubblici”.
“Non sono una persona interessata al denaro – spiega – e in questi 10 anni da consigliere regionale ho versato, come tutti i miei compagni, al mio partito ogni mese le erogazioni con cui noi eletti contribuiamo a sostenere l’attività politica del PD. Se avessi voluto arricchirmi avrei fatto altre scelte”.
“Non ho mai fatto acquisti assurdi o altre spese pazze – afferma – Oggi sono indagato nella mia qualità di responsabile del gruppo del PD in Regione Liguria. Mi adopererò in ogni modo per riuscire a dimostrare la mia totale estraneità ai fatti, per riscattare il mio onore e quello del mio partito”.