Economia

Scontro sui cantieri navali. Il presidente Bassi risponde alla famiglia Sciallino: “Parlano i fatti, pronta azione legale”

Carlo Bassi - Sciallino

Ceriale. “Senza troppi commenti, mi limito a chiedere se la famiglia Sciallino che firma questa lettera sia la stessa che – documenti alla mano per dimostrare quanto dico – in questi anni: ha accumulato debiti già nel 2009, nonostante il “fulgore ed il successo del Cantiere”, per oltre cinque milioni di euro verso banche e fornitori; hanno firmato con Carlo Bassi, nell’aprile del 2012, un accordo per la costituzione di una nuova società chiamata Sciallino srl, dove la famiglia si impegna a partecipare per il 40% e si impegna a concorrere con il sottoscritto all’acquisto della vecchia azienda Cantieri Navali Sciallino anche in caso di fallimento o concordato liquidatorio della stessa e che “pretende”, nelle clausole dell’accordo, l’assunzione immediata di Rosita Sciallino”. Così l’attuale presidente dei cantieri navali cerialesi risponde alle accuse e agli attacchi della famiglia Sciallino.

“Rosita Sciallino ha preso uno stipendio dalla Sciallino srl senza mai lavorare e soprattutto operando e mettendo in atto continuamente azioni contro la proprietà” aggiunge Bassi.

“Con il sottoscritto la famiglia ha presentato alle banche creditrici piani e richieste prima per ottenere una ristrutturazione del debito, poi a sostegno della richiesta di concordato stragiudiziale, poi un piano industriale per far accogliere alle stesse e al Tribunale un concordato liquidatorio; ha con Carlo Bassi trattato e svolto incontri più volte in questi anni con l’Associazione Industriali di Savona, con i Sindacati, con l’Assessore alle Attività produttive della Liguria per trattare eventuali sostegni finanziari, poi i termini della cassa integrazione (anche a favore delle figlie Stefania, Rosita e del genero) e poi i licenziamenti dei dipendenti della Cantieri “utili” a un certo punto a permettere l’eventuale avvio dell’attività della Sciallino srl dove la famiglia si era impegnata ad entrare”.

“La famiglia Sciallino ha avuto nei libri paga dell’azienda cantieri navali per anni e poi successivamente in cassa integrazione le figlie Stefania e Rosita che mai hanno lavorato nei cantieri. La famiglia ha cercato, chiedendo sempre il sostegno del sottoscritto, di convincere anche con pesanti azioni verso l’opinione pubblica e verso politici considerati vicini, di indurre prima il Sindaco di Ceriale, poi la giunta comunale a cambiare il piano regolatore di Ceriale al fine di valorizzare diversamente e di più i propri capannoni dati al Tribunale come patrimonio per garantire i creditori” sottolinea ancora.

“Sono state svolte perizie sui capannoni, sulle attrezzature, sul marchio e sui beni dell’azienda non secondo valori effettivi di mercato, ma secondo quanto necessitava per presentare le domande di concordato; e infine ha rifiutato la primavera scorsa di concorrere, come da accordi sottoscritti, all’acquisto dal concordato dell’attività della Cantieri Navali Sciallino; offerta di acquisto poi regolarmente presentata dal sottoscritto sempre attraverso la Sciallino srl”.

“E mi chiedo, ancora, se Cesare Mastroianni, firmatario della lettera nonché marito di Stefania Sciallino, per anni direttore della Cantieri Sciallino e dal 2010 responsabile commerciale dei Cantieri Absolute, sia lo stesso che ha scritto “al mio arrivo” scuse per le responsabilità per gli errori commessi nella precedente gestione”.

“Credo che quanto da me scritto sia sufficiente a chiarire le posizioni e i comportamenti delle parti. Ovviamente, visti i contenuti lesivi della lettera della famiglia Sciallino, ho già dato incarico al mio legale di agire nei confronti dei singoli componenti della famiglia firmatari della lettera” conclude Bassi.

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