Roccavignale, un presepe vivente da record: successo di pubblico, serviti 80 kg di ravioli

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Roccavignale. Affluenza oltre le aspettative e numeri da record per il presepe vivente di Roccavignale. L’affluenza ha superato addirittura quella dell’anno scorso. Alla base del successo ci sono diversi fattori, prima fra tutte la capacità di aprirsi alle novità per una manifestazione profondamente ancorata alle radici e alla tradizione. Molti dei visitatori infatti hanno detto di aver saputo del Presepe dal profilo Facebook e dall’account Twitter e di essere stati invogliati a visitarlo dalle foto e dalle notizie pubblicate proprio sui social network.

Molto utile è stata giudicata anche la app gratuita, sviluppata dalla Cates di Cairo Montenotte, che, scaricata sul cellulare, forniva informazioni sul programma e aiutava ad orientarsi nel borgo alla ricerca di taverne e dimostrazioni degli artigiani. L’affluenza maggiore è stata registrata nella seconda serata, quella del 23 dicembre, segno che il pullman gratuito con partenza da Savona organizzato proprio per quella serata ha consentito di attrarre visitatori anche dalla Riviera. Insomma, una serie di scelte vicenti.

Star del Presepe anche quest’anno sono stati i piccoli Gesù Bambino, 5 bimbi nati a Roccavignale tra la fine del 2013 e la metà del 2014, tra i quali (per la prima volta nella storia del Presepe) anche due gemellini. Molto gettonato anche l’asinello vero: i bambini hanno fatto la fila per vederlo.

Ma il vero segreto del successo è stata come sempre la passione che anima gli oltre 200 volontari tra figuranti e addetti alle taverne, coordinati dalla Pro Loco di Roccavignale. ”Per noi il presepe è magico e viverlo è emozionante – dicono gli organizzatori – Ci mettiamo tutti il cuore, dai ‘veterani’ ai più giovani. Anche i ragazzi sono molto legati alla manifestazione, perché quasi tutti hanno cominciato ricoprendo nel Presepe un po’ tutti i ruoli, di solito iniziando da neonati facendo Gesu Bambino e passando via via ad angeli, soldati, qualcuna la Madonna. Quando crescono si mettono a disposizione e si prestano a lavorare nelle osterie o ricoprire ruoli meno rappresentativi, ma nessuno rinuncia a questo appuntamento. Speriamo sempre di riuscire a trasmettere anche a chi viene al presepe le nostre emozioni”.

E i numeri sono lì a dimostrare tutto questo. Ne citiamo alcuni: 100 figuranti, 100 volontari nelle taverne, 50 artigiani che hanno lavorato dal vivo, 40 kg di farina per fare il pane fritto
156 litri di vin brulé, 300 tra pizze e focacce, 70 litri di cioccolata calda, 50 kg di polenta, 80 kg di ravioli e 600 panini con la salsiccia.

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