“A rischio il lavoro di anni”. La mannaia dei tagli si abbatte anche sulle aree protette della Liguria

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Liguria. C’è chi taglia e chi si oppone: un film già visto, purtroppo, molte volte. Questa volta, però, a cambiare è il protagonista. Sulle barricate salgono i responsabili dei parchi liguri, le aree protette del nostro territorio.

Il taglio di fondi arriverà a breve e rischia di essere “uno stillicidio lento e silenzioso”. Numeri alla mano, nel bilancio di previsione per l’esercizio 2015 la Regione Liguria ha previsto un taglio alle risorse ordinarie destinate alla gestione delle aree protette pari a 450mila euro in spese correnti (riduzione di oltre il 18% rispetto alla dotazione del 2014 e 50mila euro in meno per investimenti (riduzione pari a circa il 6%).

I parchi – si teme – dopo aver scampato l’ipotesi accorpamento rischiano di morire lentamente ma in modo inesorabile. “Pur comprendendo l’attuale complessiva situazione generale, questa ulteriore ipotesi di taglio – spiega Dario Franchello, coordinatore regionale dei parchi liguri – risulta irricevibile e ingestibile nelle proporzioni proposte. Negli anni scorsi erano già state fatte tutte le valutazioni del caso e dimostrato che la spesa corrente necessaria per il funzionamento degli Enti Parco non sarebbe stata ulteriormente comprimibile, dopo le riduzioni apportate sistematicamente negli ultimi anni”.

La scelta di tagliare, insomma, sconvolgerebbe “il sistema regionale e ne mina la funzionalità in maniera irreversibile: tanto per essere chiari il taglio previsto si ripercuoterebbe come la perdita della possibilità per ciascun parco di sostenere una delle risorse umane oggi disponibili, tenuto peraltro conto che il personale in questi enti è già ridotto sotto il livello del minimo accettabile per essere funzionali (2/3/4 dipendenti in media), ben al di sotto della pianta organica approvata dalla Regione”.

Con tutto quello che comporterebbe in fatto di mancato impulso al turismo, all’agricoltura, allo sport e anche alla tutela del territorio. “Non comprendiamo le intenzioni della Regione Liguria – sottolinea Giampiero Sammuri, presidente nazionale di Federparchi – di penalizzare in maniera così devastante il sistema regionale delle aree protette, soprattutto dopo che non più tardi di due anni fa era stata concordata una ripartenza delle politiche per le aree protette”.

“Alla luce di queste considerazioni – concludono Sammuri e Franchello – i Presidenti degli Enti Parco regionali intendono impedire che l’esperienza dei parchi liguri vada a concludersi con uno stillicidio lento e silenzioso. Sentiamo pressante il dovere di opporci ad un processo in cui i territori finiranno per trovarsi senza i servizi, senza le strutture, senza i progetti e le reti di cooperazione tanto faticosamente realizzate, soprattutto nelle aree interne e più svantaggiate della nostra regione”.

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