Tirreno Power, Rete Fermiamo il Carbone all’attacco: “Definire centrale ‘sito strategico’ è solo un pretesto”

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Savona. Nel giorno dell’incontro al Mise per cercare di scongiurare il pericolo di chiusura della centrale termoelettrica di Vado, gli attivisti savonesi della Rete Fermiamo il Carbone, al contrario, ribadiscono la loro posizione e si chiedono come sia possibile difendere l’impianto di Tirreno Power.

“Come si può tentare di rendere la centrale di Vado Ligure sito importante per il sistema energetico nazionale, quando a marzo (nel periodo del sequestro e blocco dei gruppi a carbone) la rete nazionale Terna non ha fatto registrare nessun scostamento di fabbisogno? E quando poche settimane fa proprio l’Amministratore Delegato di Terna ha dichiarato che c’è un eccesso di produzione e che bisogna chiudere il 25% delle centrali? Non è che si sfrutta il pretesto del ‘sito strategico’ per il fabbisogno energetico del paese, solo per favorire gli interessi di banche e imprenditori amici, a danno della salute dei cittadini?” è la dura presa di posizione della Rete Savonese Fermiamo il Carbone.

Sempre nella giornata di oggi gli attivisti anticarbone hanno reso note le conclusioni della perizia del Professor Stefano Racanelli di Venezia “che smonta definitivamente – si legge nella nota – e punto per punto l’argomento di discussione principale sulla questione Tirreno Power: le misurazioni delle emissioni al camino (come chiedono i tecnici ISPRA del Ministero e i Comitati, confortati dal testo dell’ordinanza del GIP) anzichè ai condotti (come chiede l’azienda Tirreno Power e il Ministero, tesi avallata da un atteggiamento ambiguo delle amministrazioni)”.

“L’omissione dell’installazione del sistema di misurazione in continuo AMS/SME al camino E2 risulta particolarmente grave in quanto rappresenta il reale punto di in atmosfera, a valle di tutti gli artefatti (diluizioni, trasformazioni chimico-fisiche, etc) che possono intervenire nel tratto a monte del camino” scrive il tecnico che conclude definendo la “documentazione estremamente carente sia sul piano amministrativo che tecnico, in taluni aspetti in difformità alla Normativa Tecnica vigente”.

“La dimostrazione della rappresentatività dei punti di prelievo appare discutibile in quanto limitata ad un numero esiguo di parametri (i soli NOx e O2) e non vi è la benchè minima dimostrazione che un algoritmo matematico, peraltro non esplicitato, restituisca valori rappresentativi delle reali emissioni del camino E2. Le soluzioni proposte dal Gestore appaiono inadeguate al calcolo della portata complessiva e del flusso di massa degli inquinanti, e quindi alla valutazione dell’impatto complessivo delle emissioni sui recettori ambiente e popolazione residente. Infine i tempi di adempimento della prescrizione AIA relativa all’installazione di AMS/SME sono stati superati” conclude il Prof Racanelli.

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