Liguria. Tutti d’accordo sull’abolizione del listino, per il resto ancora un nulla di fatto. Ennesima fumata nera per la legge elettorale in consiglio regionale, mentre il tempo stringe. Con le elezioni del 2015 alle porte si è così deciso di provare ad accelerare i lavori riportando il testo in commissione e al contempo evitando un lungo dibattito in aula. Se accordo dovrà essere (al momento i 27 voti necessari non ci sono), si arriverà al voto in consiglio solo successivamente. Altrimenti i liguri andranno alle urne con le stesse regole dell’ultima volta.
Nella seduta del Consiglio regionale il presidente dell’Assemblea Michele Boffa ha chiesto se vi erano degli interventi da parte dei consiglieri. Non essendovi nessun iscritto a parlare ha ritenuto che, così come era stato convenuto nella riunione dell’Ufficio di presidenza che, al fine di arrivare ad un approfondimento tale da ottenere la ampia maggioranza necessaria per la sua approvazione, la legge subisse un ulteriore analisi in commissione.
“L’assenza di interventi in discussione generale – ha detto Boffa – conferma l’esito della riunione dei capigruppo da me convocata stamane con la sospensione del Consiglio. I capigruppo, preso atto dello stato delle possibili intese sulla proposta di legge elettorale approdata in aula, hanno convenuto più opportuno di un’odierna improduttiva discussione in Consiglio il rinvio della proposta di legge 363 in Commissione per una più articolata e proficua valutazione della stessa, così come delle diverse posizioni anche recentemente emerse e dei tempi di legislatura residui utili ai fini di una sua approvazione”.
Numerosi e rilevanti i punti su cui si cerca ancora la quadra. “Su questioni che alcune forze politiche ritengono rilevanti come la doppia preferenza di genere e il calcolo con cui si attribuiscono i seggi derivanti dall’abolizione del listino – spiega Nino Miceli, capogruppo Pd – c’è ancora una discussione in corso. Per questo vogliamo evitare un dibattito lungo e lacerante: il presidente del consiglio a nome di tutti i gruppi proporrà un’accelerazione dei lavori in commissione e se da questa uscirà un testo condiviso vuol dire che si andrà in aula”.
“Il tema – dice Marco Scajola, Forza Italia – verrà ripreso dalla commissione competente e speriamo si arrivi a votare il prossimo anno con una legge migliore. La priorità è togliere questo listino: avere una lista di nominati eletti senza consenso è un limite enorme. Spero che si arrivi ad una legge che rapprensenti tutti i territori e che chi venga eletto in consiglio regionale lo diventi perché ha preso i voti”.
Ed è proprio quello del “peso” dei territori uno dei punti su cui ancora si cerca un accordo. “Abbiamo – conclude Lorenzo Pellerano, Lista Biasotti – linea precisa: superare il listino. E’ giusto che attraverso la preferenza i cittadini possano scegliere i consiglieri, si deve andare in questa direzione. Da considerare anche la rappresentanza dei territori, ognuno deve essere rappresentato al meglio”.
“Siamo arrivati al paradosso – dichiara il consigliere regionale Maurizio Torterolo, capogruppo della Lega Nord in Regione Liguria – che la maggioranza rimanda in commissione I Affari generali lo stesso testo di legge approvato tre mesi fa dalla maggioranza stessa. È evidente che il PD e i suoi alleati abbiano le idee un po’ confuse e non riescano a trovare una quadra. Da parte nostra, come dal primo giorno in cui è iniziato questo teatrino politico, non c’è alcun cambio di rotta e ribadiamo l’assoluta convinzione che questa legge vada cambiata eliminando il vergognoso listino dei nominati. Non ci faremo neppure ingannare dal gioco delle tre tavolette proposto dal PD che vorrebbe far uscire dalla porta e rientrare dalla finestra i non eletti, mascherati da assessori esterni”.
“Il timore maggiore, a questo punto, è che la maggioranza si stia rimpallando il problema per allungare i tempi e arrivare a non cambiare nulla nell’attuale sistema elettorale riproponendo quindi il vecchio schema del listino che serve a salvaguardare rapporti da vecchia politica, lontani dai cittadini e dall’esprimersi democratico dei liguri nella loro legittima scelta dei propri rappresentanti sul territorio”.