Cronaca

Loano, accusato di estorsione per 16 milioni di lire: condannato a 5 anni

Savona Tribunale

Loano. Si è chiuso con una condanna, ma per estorsione, il processo che aveva preso le mosse da un’inchiesta del 2003 su un presunto giro di spaccio di droga e usura. A giudizio erano rimaste otto persone, ma l’unico ad essere condannato (per uno dei capi d’imputazione che gli venivano contestati) è stato Bruno Piave, 53 anni, al quale il collegio dei giudici ha inflitto una pena di cinque anni di reclusione e 516 euro di multa.

Secondo l’accusa (il pm aveva chiesto per lui sette anni di reclusione e quattromila euro di multa), era responsabile di due estorsioni a danno di altrettante donne, entrambe residenti a Loano. In un caso, per il quale è stato assolto, avrebbe minacciato la proprietaria di un negozio per farsi consegnare interessi usurari su alcune somme che – questa la tesi degli inquirenti – lui le aveva prestato. Nell’altro invece, quello per cui è stato condannato, avrebbe minacciato la presunta vittima di bruciarle la casa per farsi consegnare sedici milioni di lire.

Il pm Chiara Maria Paolucci aveva chiesto anche la condanna a tre anni e quattro mesi di un secondo imputato, Michelangelo Raso, accusato di aver minacciato un panettiere che sarebbe stato vittima di estorsione da parte di Piave, ma per lui è arrivata una sentenza di assoluzione. Sono invece cadute per la prescrizione tutte le contestazioni relative all’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Per Piave, Raso e altri cinque imputati (Luca Fugassa, Tiziana Canale, Ahmed Karroumi, Elton Alhysa e Rachid El Asri), per il filone della droga, è stata quindi pronunciata una sentenza di non luogo a procedere per prescrizione del reato. Soltanto uno degli imputati, Luigi Siciliano, è stato assolto dall’accusa di aver ceduto in varie occasioni, dal dicembre 2002 al giugno 2003, a Borghetto, dosi di cocaina.

L’intero procedimento aveva preso le mosse proprio da un maxi sequestro di droga, hashish per la precisione, avvenuto nel 2003. Nel corso delle perquisizioni effettuate nell’ambito dell’indagine per droga gli inquirenti avevano trovato nella casa e nel negozio di Piave alcuni assegni, cambiali ed altri documenti. Elementi che, di fatto, avevano avviato il filone d’inchiesta sull’usura e l’estorsione.

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