Cronaca

Aggredì la vicina con la balestra, è incapace di intendere: assolto, ma andrà in una casa di cura

tribunale Savona

Albenga. Il medico incaricato di eseguire la perizia psichiatrica lo ha dichiarato totalmente incapace di intendere e volere e, di conseguenza, non imputabile. Questa mattina A.D., il trentaduenne residente nel quartiere Vadino di Albenga arrestato la scorsa settimana con l’accusa di aver aggredito la vicina di casa con una balestra, è stato quindi assolto in tribunale.

Il giudice però ha deciso di applicare nei confronti dell’imputato una misura di custodia preso una casa di cura: secondo il medico che ha eseguito la perizia infatti l’uomo è socialmente pericoloso. Per questa ragione, nonostante sia stato prosciolto, è stato affidato ad una struttura che potrà aiutarlo a compiere un percorso di recupero. Prima della sentenza era anche stato modificato il capo d’imputazione: l’accusa contestata a A.D., da violenza privata, era stata aggravata in quella di sequestro di persona.

All’uomo veniva contestato di aver aggredito la sua vicina sul pianerottolo di casa, all’uscita dell’ascensore. Secondo la ricostruzione della vittima, al momento di rincasare, intorno alle due, si era trovata davanti l’uomo (che da qualche tempo è assistito dal Cim) che impugnava una balestra. Ai militari la vittima dell’aggressione aveva raccontato di essere stata strattonata e di essere stata sfiorata al collo dal dardo sparato con l’arma (era stata medicata e giudicata guaribile in 5 giorni). Una versione che, durante l’udienza di convalida dell’arresto, era stata contestata dal trentenne che aveva contestualizzato l’episodio in maniera diversa: “Ho sentito delle urla provenire dal pianerottolo, mi sono spaventato e quindi sono uscito per vedere cosa stava succedendo portandomi dietro la balestra”.

A quel punto, sempre secondo la versione dell’uomo, la vicina vedendolo armato si sarebbe spaventata andando nel panico. L’imputato però ha ribadito di non aver usato la balestra, ma solo cercato di far calmare la donna. Al termine della prima udienza del processo A.D. (assistito dall’avvocato Sara Poggi) era stato trasferito ai domiciliari nell’ospedale San Paolo di Savona dove è rimasto ricoverato fino a questa mattina.

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