Economia

Tirreno Power, voci di piano B: “Su quelle aree il retroporto Maersk”. Ma l’idea non regge, ecco perchè fotogallery

Vado Ligure. L’ipotesi, in mezzo a molte altre, inizia a circolare negli ultimi giorni. “Per Tirreno Power c’è pronto il piano B: in caso di chiusura ci va il retroporto della piattaforma Maersk”. Un’idea che, a differenza delle altre che circolano, ha almeno all’apparenza qualche chance in più di verosimiglianza, ed il tam tam tra i lavoratori parte.

Qualcuno è scettico, qualcun altro più possibilista. C’è chi la vede come pietra tombale della centrale (“Inutile lottare, vogliono chiuderla, sanno già cosa farci dopo”) e chi come raggio di speranza (“Se perdiamo il lavoro magari ci assume Maersk”). Ma intanto la voce circola. La chiusura della centrale è sempre più vicina, la piattaforma è in rampa di lancio, Maersk si deve espandere: e allora perché non sognare, basta fare 1+1 ed ecco pronto il piano B.

Il problema, però, è che tutto questo, a mente fredda, pare quantomeno irrealizzabile, per svariate ragioni, di natura tecnica ed economica. A spiegarlo è Fulvia Veirana, segretario provinciale di Cgil: “Abbiamo deciso di rivolgerci al presidente del consiglio proprio perché per Tirreno Power non esiste alcun piano B – chiarisce – dobbiamo ancora capire in che modo si può tenere vivo il sito di Vado e mantenere l’occupazione delle 600 persone coinvolte”.

La strada, però, non può essere quella che porta al colosso danese. “Credo sia un’ipotesi davvero molto remota – commenta Veirana – l’area andrebbe bonificata, e Acna ci insegna che ci vorrebbe almeno una decina d’anni. Non credo potrà mai esserci un interesse di Maersk per quelle aree; ed in ogni caso credo che quel sito debba mantenere una caratteristica produttiva”.

Ed in effetti, a mente lucida, appare quantomeno improbabile riuscire a far coincidere i tempi per il recupero di un’area dismessa (con tutti i problemi connessi al recupero ambientale) con quelli dell’investimento sulla piattaforma. Inoltre non è così scontato che Maersk abbia bisogno di spazio (prova ne è che, pur guardando con interesse al Vio, per ora è rimasta fuori dalla trattativa tra Orsero e Autorità Portuale); e se proprio dovesse espandersi per le proprie attività, ci sono nell’hinterland vadese aree disponibili senza passare dal “purgatorio” della bonifica.

Senza contare che, anche qualora tutti i problemi venissero superati e Maersk decidesse davvero di investire in quel sito (ma ad oggi non è mai esistita una trattativa in tal senso), questa potrebbe essere un’opportunità solo per i lavoratori di domani: non certo per quelli di oggi, che avrebbero bisogno di un posto di lavoro subito, non tra 10 o 15 anni.

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