Savona. “Sulla scorta delle bocciature dei cittadini; del pessimo risultato dato alla viabilità dell’incrocio tra via Vittime di Brescia e via Stalingrado; della gestione dei parcheggi residenti di via Mignone; della pessima gestione di tutto il traffico cittadino; del pessimo PUMT scritto con la sua supervisione; del fatto che impera su Savona da 14 anni; chiediamo nuovamente che il Comandante Aloi si faccia da parte”.
Eccolo, duro e diretto, il nuovo attacco del Comitato Villapiana al comandante della polizia municipale di Savona. Una bordata che è frutto del rigetto, da parte del Ministero dei Trasporti, dell’ultimo ricorso presentato dal comitato: secondo il governo la viabilità di Villapiana “non è viziata da errori procedurali o questioni di illegimità legate alla condotta dell’amministrazione comunale”.
Una sconfitta che, però, non ferma Pino Procopio, portavoce e deus ex machina del Comitato. Quelle modifiche del 2007, la nuova rotatoria di Piazza Saffi con annesso senso unico in via Cavour – via San Lorenzo, dopo tanto tempo ancora non va giù. E così, dopo tutti i ricorsi legali e le battaglie politiche, il mirino si sposta ancora una volta contro chi, alla fine, quelle direttive le ha messe in pratica: il comandante della polizia municipale Igor Aloi.
Il comandante è nel mirino dal 2008: “Alla fine di una riunione della terza commissione consiliare del febbraio 2008 l’allora assessore all’urbanistica di Tullio ed il comandante Aloi avevano dichiarato fallita la sperimentazione – ricorda Procopio – promettendo che nell’arco di una decina di giorni sarebbe stata ripristinata la vecchia viabilità. Purtroppo questo non è mai avvenuto”.
L’accusa per Aloi è di aver emanato alcune ordinanze senza che, a detta del Comitato, ne esistessero i presupposti politici, quale ad esempio l’istituzione dei doppi parcheggi su via Cavour, via San Lorenzo, via Verdi. “Il ricorso avverso le ordinanze, che fanno capo al documento, ha censure di legittimità nei confronti del comandante Aloi – spiega Procopio – che in assenza di decisioni politiche (quelle addotte sono solo il contenitore di qualcosa che non esiste perciò contenitori vuoti) non era legittimato ad emanare tali ordinanze, ed il merito di quanto ordinato contrasta il Codice della Strada come ha rilevato l’Ispettore del Ministero nelle sue due relazioni e fatte proprie dalla Direzione Centrale”.
Il capo dei vigili, divenuto ormai da tempo bersaglio del Comitato, non ha mai replicato, anche dopo che Procopio aveva chiesto un controllo della commissione legalità sul suo operato. Ora la nuova entrata a gamba tesa, con la pubblica richiesta di dimissioni. Ma se, come accaduto finora, Aloi non si lascerà condizionare, la pretesa del Comitato è destinata a rimanere lettera morta.