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Palazzo Santa Chiara nuovo contenitore culturale, il sindaco Berruti: “Progetto-bandiera per la città”

Savona. “Abbiamo condiviso l’impegno nel proseguire sul progetto di riutilizzo di palazzo santa Chiara: c’è una collaborazione tra la Fondazione De Mari Carisa ed il Comune e spero che da questa sinergia si possano trovare le risorse adeguate per un restyling dell’immobile. Con quali canali lo dobbiamo ancora vedere, ma la volontà c’è e rimane uno dei nostri obiettivi”. Così il sindaco di Savona Federico Berruti precisa sull’ipotesi progettuale alla quale sta lavorando il Comune savonese per la ristrutturazione e il riutilizzo di palazzo Santa Chiara.

“Ho potuto beneficiare di un rapporto diretto con il Ministro della Cultura e stiamo operando affinché la Fondazione De Mari possa avere un diritto reale sul palazzo e quindi poter intervenire economicamente con dei contributi: ho già inoltrato relativa documentazione al Demanio e agli uffici competenti” aggiunge il sindaco savonese. Per Palazzo Santa Chiara, dopo lo studio affidato ad Ips, si parla di un recupero a fini culturali: trasferimento della biblioteca civica di Monturbano, polo distaccato dell’Università e contenitore culturale ad uso pubblico. La cifra necessaria è onerosa, e secondo lo studio di fattibilità è intorno ai 12 mln di euro.

“Prima di fine anno spero di avere novità: è un progetto-bandiera per la città, dopo il vecchio ospedale questo recupero con una destinazione pubblica e culturale andrà a sanare una delle restanti ferite urbanistiche. E mi pare un progetto che possa unire la città: il restyling architettonico previsto ed il suo utilizzo a contenitore culturale è un qualcosa che tutti possono condividere” conclude Berruti.

L’immobile è l’edificio più grande del centro storico di Savona, fatto costruire nel 1495 dal cardinale savonese Giuliano della Rovere (futuro Papa Giulio II) su progetto del celebre architetto fiorentino Giuliano da Sangallo, considerato uno dei gioielli dell’architettura rinascimentale toscana; nel 1673 si insediarono le Monache Clarisse da cui deriva il nome attuale di Santa Chiara.

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