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“Muraglia” ad Alassio, i bagni marini: “Cabine già rimosse, polemica sbagliata e contro il turismo” fotogallery

Alassio. “Dire che l’estate è finita in presenza di giornate come quelle che stanno caratterizzando questi primi giorni di ottobre è perlomeno azzardato, certamente parlare di una muraglia per le cabine ancora presenti non è vero, nonostante la campagna contro gli stabilimenti balneari alassini che qualcuno sta conducendo”. Così il presidente dei bagni marini di Alassio risponde al gruppo Facebook, che conta oltre 2.200 fan, sul problema delle cabine installate sulla passeggiata alassina che bloccano la “vista-mare” ai clienti di bar, ristoranti e locali alassini.

“La maggior parte del fronte mare delle passeggiate centrali di Alassio (Grollero e Toti) è libera dalle cabine e i tratti dove ancora ci sono vedono molti ombrelloni occupati: anzi, gli spazi di concessione delle cabine sono stati prontamente occupati abusivamente dai tavolini dei dehor dimostrando se ancora ce ne fosse bisogno che in realtà lo scopo che si sono prefissi i titolari della pagina facebook “togliamo le cabine” non è certamente quello di rendere le passeggiate con una maggior vista mare ma esclusivamente quello di avere più spazi a disposizione” afferma Schivo.

“Va comunque precisato che la presenza delle cabine è regolamentata da una selva di leggi e leggine, che le stesse indicano la data del 30 ottobre come data a partire dalla quale, sempre che lo stabilimento balneare non effettui elioterapia, le strutture devono essere completamente rimosse; tutti i manufatti dei bagni sono regolarmente autorizzati tramite un permesso a costruire con tanto di autorizzazione paesaggistica e che gli spazi occupati sono tutti in concessione mentre lo stesso non sui può dire per altri concessionari demaniali che allegramente occupano spazi non concessi”.

“Non è vero che c’è una guerra che vede da una parte i gestori degli stabilimenti balneari e dall’altra i ristoratori e titolari di bar , questo non è vero. Sicuramente qualcuno, fomenta questa presunta “guerra”, ma nella maggior parte dei casi si assiste a sinergie che soddisfano entrambe le parti. Ciò lo si evince anche leggendo i nomi dei firmatari della petizione su internet, petizione che langue e non ha raggiunto certo traguardi numericamente importanti e che vede una certa parte dei firmatari tra gli alassini notoriamente critici nei confronti dei balneari e molti soggetti che dai commenti lasciati fanno intuire una assoluta mancanza di conoscenza del problema” aggiunge ancora il presidente dei bagni marini di Alassio.

“Avremmo preferito che ci si soffermasse di più sulle prospettive di cambiamento e sulle reali necessità del turismo alassino che richiede per un suo rilancio un miglioramento della qualità globale dell’offerta che non si estrinseca soltanto con un po’ più di vista mare ma con una progettualità che veda intervenire tutte le componenti turistiche presenti nel comune. I concessionari fanno già la loro parte cercando di garantire un arenile che sia all’altezza con strutture adeguate e mi risulta che molti, nonostante l’incertezza derivata dalla direttiva Bolkenstein, abbiano comunque investito nel rinnovamento delle attrezzature e nella ricerca di nuove offerte oltre al costo che da svariati anni sopportano per tutelare l’arenile sempre più stretto, costo sopportato dai soli balneari nonostante la profondità dell’arenile sia garanzia di maggiori presenze complessive che riverberano poi su tutto il resto del comparto turistico”.

“Basterebbe pensare ai costi dei cannoni sparaneve nelle località di montagna, costi che sono sopportati da tutti e non soltanto dai gestori delle piste. Infine ricordo che il progetto di difesa costiera con Tecnoreef, giunto alla fase conclusiva della pubblicazione sul Burl è finanziato per intero dal Consorzio Adelasia che è un consorzio che vede coinvolti stabilimenti balneari alassini ed è il primo punto da cui partire per un eventuale nuova sistemazione del front line del centro di Alassio” conclude Schivo.

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