Cronaca

Le Iene, servizio sulla discarica del Boscaccio: “Comuni di Vado e Savona soci di aziende nei paradisi fiscali”

Vado Ligure. La trasmissione televisiva “Le Iene” ha mandato in onda ieri sera un servizio sui rapporti tra lo stato italiano e le aziende situate nei paradisi fiscali: al centro delle indagini la struttura societaria che gestisce la discarica del Boscaccio.

Un lungo video, di quasi 6 minuti, nel quale la “iena” Giulio Golia ricostruisce l’intricata rete di società tra loro collegate nella gestione di EcoSavona, e sottopone il tutto ai sindaci di Vado e Savona chiedendo spiegazioni. EcoSavona infatti appartiene per il 30% proprio alle due amministrazioni comunali, e per il 70% a Geotea Spa, con sede a Milano.

L’indagine di Golia si concentra proprio sugli azionisti di Geotea: ai telespettatori viene spiegato che è controllata da un’altra società di Milano, LBO Italia investimenti, che, secondo quanto riportato sul sito aziendale, è controllata a sua volta da Europe Capital Partners Five, una società anonima con sede in Lussemburgo. “E qui inizia il vero casino – tuona Golia – perché il socio fondatore di questa società anonima lussemburghese è un’altra società, che ha sede alle Bermuda, un paradiso fiscale dove un rigido anonimato copre nomi e transazioni finanziarie”. Mentre in altre carte viene citato un socio con sede nelle British Virgin Island.

L’accusa per i comuni di Vado e Savona è in sostanza quella di essersi messi in società con un’azienda della quale, in definitiva, è impossibile individuare il reale proprietario (e quindi chi beneficia del 70% degli utili di EcoSavona). “Quegli utili – ammoniscono da Transparency Italia – potenzialmente potrebbero finire nei paradisi fiscali”. Posti dove è molto facile evadere le tasse o riciclare denaro, ammoniscono le Iene: una situazione che potrebbe celare attività criminose, dato che la gestione dei rifiuti è uno dei settori più infiltrati dalla malavita organizzata. “E i proprietari di Geotea non si sa chi siano – dice Golia – potrebbero essere onesti imprenditori o anche la camorra”.

Golia, dopo aver contattato via mail gli organi competenti dello Stato senza ottenere risposta, è allora arrivato a Savona (le riprese sono state fatte il 18 settembre) tentando prima, senza successo, di parlare con i dirigenti di EcoSavona, e poi recandosi negli uffici comunali per chiedere spiegazioni a Monica Giuliano e Federico Berruti.

Nel video alla prima non è stato in pratica permesso di rispondere: l’incalzare della “iena” ed un montaggio serrato troncano sul nascere ogni tentativo di replica del sindaco di Vado, visibilmente a disagio, dando invece spazio alla ricostruzione di Golia. Al termine, alla Giuliano non resta che aprire le braccia in un laconico “Le stesse domande le rivolgeremo nel consiglio di amministrazione al più presto”.

Miglior sorte è toccata a Federico Berruti, che con la dialettica che lo contraddistingue è riuscito a ritagliarsi un po’ di spazio. Chiamato a spiegare per quale motivo un’azienda italiana abbia soci con sede in paradisi fiscali, risponde: “Il motivo letterale è per avere anonimato, e l’anonimato nel mondo della finanza è di per sé un’utilità. Poi se questo consente anche delle forme di crimine economico è tutto un altro paio di maniche. Io sono d’accordo con voi – continua Berruti – la trasparenza è sicuramente un antidoto; però non è il comune di Savona che può cambiare questo sistema”.

Anche le Iene concordano, e concludono il pezzo chiedendo al Parlamento come sia possibile che lo Stato “sia stato, e probabilmente sia tuttora, comproprietario di una società che, in ultima analisi, ha sede in un paradiso fiscale”. Passaggio chiave quel “sia stato, e probabilmente sia tuttora”: proprio il 18 settembre, dopo il blitz delle Iene, Giuliano spiegava infatti che “L’intero gruppo societario in cui opera Ecosavona s.r.l. è ad oggi esclusivamente europeo, assoggettato alla vigilanza da parte della Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF) che svolge a livello europeo il ruolo svolto in Italia dalla Consob”.

“Le società controllanti Ecosavona srl hanno sede in Italia (LBO Italia Investimenti srl) o in Lussemburgo (Europe Capital Partners Five S.A. e Europe Capital Partners V S.C.A. SICAR) – continuava Giuliano quel giorno – E’ quindi venuta meno ogni possibilità di ricondurre la partecipazione di Ecosavona srl a società aventi sedi al di fuori dell’Unione Europea”.

Il video del servizio delle Iene è visibile a questo link.

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