Cronaca

Lavoratore della centrale si licenzia, commovente lettera ai colleghi: “Mi adeguo alle esigenze…”

lavoratori tirreno power

Vado L. Da quattro anni lavorava nella centrale Tirreno Power di Vado Ligure e, pochi giorni fa, ha deciso di licenziarsi. E’ la storia di uno dei lavoratori dell’impianto vadese che, avendo trovato un’altra opportunità, ha scelto di andarsene volontariamente in un momento in cui il futuro dell’azienda è incerto. Prima del saluto, fissato a fine ottobre, ha voluto scrivere una lettera indirizzata ai suoi colleghi che ben fa capire lo stato d’animo e le emozioni che stanno vivendo tutti i dipendenti di Tirreno Power.

“Qualche riga per salutarvi, sapendo fin da adesso di aver dimenticato qualcuno. Confesso che, nonostante il tempo trascorso qui, ci sono dei volti a cui ancora non so dare un nome. Quindi, il momento contraddittoriamente voluto, negli ultimi anni, e nel contempo anche temuto è arrivato. Lascio questo lavoro per dell’altro, lo lascio consapevolmente e senza indecisione alcuna, ma sarebbe stupido dire che sono soddisfatto nel senso pieno del termine. L’azienda in meno di 2 settimane mi ha fatto prendere una decisione, che sia giusta o sbagliata questo solo il tempo potrà dirlo. Ma l’azienda ha la necessità di ridurre il personale e poiché io avevo già dapprima intenzioni diverse sul mio futuro lavorativo, mi adeguo alle sue esigenze sperando di aver contribuito, anche con questa decisione, positivamente” scrive il dipendente (del quale non pubblichiamo il nome perché ha preferito restare anonimo).

“Ho trascorso giorni difficili al pensiero di andare via prematuramente e non nascondo che a rifletterci con i colleghi spesso mi commuovevo. Un lavoro che vorrebbe meno timbri e più progetti veri, meno procedure giudiziarie e più opportunità concrete. Un lavoro dove è fondamentale capire per fare, fare senza capire non serve: è solo inutile e pericoloso. Solo così si può essere davvero dei ‘lavoratori’, non in modo riduttivo e inefficace, ma costruttivo e utile. Questa, a grandi linee, era ed è la visione mia di questo lavoro, che oggi lascio arrendendomi a quella perdita di senso che talvolta colpisce anche coloro che il lavoro, come me, ce l’hanno ma hanno voglia di cambiare”.

“Va da sé che la ferita più grande siete voi, qualcuno più di altri, e questo sta nelle dinamiche naturali e umane di questa ordinaria follia che è la vita, ma voi tutti, lo so già, mi mancherete…mi mancherete molto. Per questo volgo un saluto di sconfinato affetto ai colleghi del reparto esercizio, manutenzione e combustibili e vi ringrazio per aver compreso il mio umore ballerino, aiutandomi in quei momenti in cui ero completamente solo e pieno di problemi, per aver sopportato la mia tendenza alla critica a volte gratuita o eccessiva e tutti gli altri difetti che vorrete attribuirmi. Con la stessa enfasi e lo stesso affetto saluto tutti i colleghi della prima ora con cui ho condiviso fin dall’esordio le aspettative, gli entusiasmi, la visione di miglioramento aziendale che pareva recare con sè l’arrivo di un chimerico finanziamento e infine le amarezze della disillusione portate”.

“Un saluto speciale lo rivolgo ai precari che lavorano per l’indotto i quali hanno iniziato a patire prima di noi ed in maniera molto più incisiva le conseguenze del sequestro dei gruppi. La stima e l’affetto si intrecciano in questo caso all’adesione incondizionata per la giusta rivendicazione di un lavoro stabile e duraturo. Un abbraccio grande e un arrivederci a presto” conclude la lettera.

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