Economia

Jobs Act, la Cgil in piazza a Roma contro la riforma: un centinaio i pullman partiti dalla Liguria fotogallery

Cgil Savona contro Jobs Act

Liguria. Si sono ritrovati alle 9,30 presso Roma Ostiense. Poco dopo è partito il corteo, che si concluderà in piazza San Giovanni con il comizio di Susanna Camusso. La Cgil si è mobilitata contro il Jobs Act e le politiche del lavoro del governo Renzi ed oggi manifesta tutto il suo dissenso nella Capitale.

Nutritissima l’adesione dalla Liguria, dalla quale si sono mossi un centinaio di pullman. Nella tarda serata di ieri sono partiti vari pullman dal ponente, dal Savonese e dalla Val Bormida, con l’organizzazione del sindacato che ha Fulvia Veirana nel ruolo di segretario provinciale. Il rientro dei savonesi, che sono circa un migliaio, è previsto per la serata di oggi.

“Al centro della manifestazione del 25 ci sono il lavoro, la sua qualità, la sua dignità, i suoi diritti, perché non è vero che imprenditore e lavoratore sono sullo stesso piano – spiega il sindacato -. Non a caso esiste un diritto del lavoro che tutela la parte più debole del rapporto di lavoro. In queste settimane il Governo si è concentrato sulla modifica dell’articolo 18 della Legge 300 indicando questo strumento del diritto come il freno che impedisce alle aziende di assumere e a quelle straniere di investire nel nostro Paese”.

Inoltre “Ha annunciato la decontribuzione per i prossimi 3 anni per le assunzioni a tempo indeterminato, provvedimento che rischia di essere l’ennesimo buco nell’acqua. In tutto questo però il Governo non è riuscito, nemmeno una volta, a far capire la relazione tra queste misure e la creazione di posti di lavoro.

Anche la Cgil sostiene da tempo la necessità di creare occupazione: “I tassi di disoccupazione sono impressionanti soprattutto tra i giovani dove si è toccata la percentuale del 44 per cento. E non sono bastati a risollevare le sorti del Paese gli 80 euro dai quali peraltro sono rimasti fuori ad esempio i pensionati. E a differenza di quanto sostiene il Governo, non servirà nemmeno spalmare il Tfr in busta paga, provvedimento dal quale ancora una volta sono esclusi i dipendenti pubblici o smantellare il contratto nazionale di lavoro lasciando il lavoratore solo e ricattabile”.

In sintesi, il sindacato crede che la scelta di non confrontarsi su questi e gli altri temi che il Governo ha messo sul tavolo sia una scelta miope e rischiosa. “Nel suo Piano del Lavoro la Cgil ha proposto e propone molte strade per uscire dalla crisi. Tra queste, la lotta all’evasione e la tassazione sui grandi patrimoni sono temi che non possono più essere elusi ed è da qui che si possono ottenere le risorse per abbassare le tasse sui lavoratori e sui pensionati, per estendere gli ammortizzatori sociali a tutti, per far riprendere i consumi e far tornare a girare l’economia, per rinnovare i contratti ai dipendenti pubblici fermi da 5 anni. La convinzione della Cgil è che solo attraverso uno sforzo straordinario si possa uscire da questa situazione”.

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