Ebola, massima allerta nelle carceri liguri. Sappe: “Servono strumenti di protezione”

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Liguria. “Esprimiamo preoccupazione ma teniamo la guardia alta contro il contagio di ebola anche nella nostra regione”. A dirlo è Michele Lorenzo, segretario regionale del Sindacato autonomo Polizia Penitenziaria, a seguito della convocazione, da parte dell’assessore alla Sanità Montaldo, degli enti sanitari territoriali oltre alla Capitaneria di Porto e la Polizia Penitenziaria.

“I livelli di attenzione sul contagio dell’Ebola sono stati innalzati in carcere su richiamo anche di un recente messaggio del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e su segnalazione di Simpse onlus, in qualità di organismo tecnico di medicina e sanità penitenziaria che segnala la necessità di non farsi trovare impreparati di fronte ad un potenziale e gravissimo rischio infettivo”, annuncia Lorenzo.

“Abbiamo già invitato la nostra amministrazione a non sottovalutare questo fenomeno – spiega – anche in ragione della popolazione straniera nelle carceri liguri: 739 detenuti, dei quali 354 appartenenti al continente africano”.

Il Sappe ligure sottolinea che, “pur essendo improbabile che il virus Ebola possa interessare il nostro Paese e il sistema penitenziario, invitiamo il Provveditorato ligure ad evitare qualsiasi forma di contagio o sviluppo del virus e da qualsiasi altro virus e a dotare la Polizia Penitenziaria di strumenti indispensabili per la loro tutela sanitaria e anche di quanti, a vario titolo, si relazionano con la struttura penitenziaria”.

Michele Lorenzo ricorda che “i possibili canali di contagio sono i colloqui tra detenuti e loro parenti e l’ingresso dei nuovi detenuti. Per questo è necessario un maggior livello di protezione e strumenti a disposizione del personale che, ad oggi, sono insufficienti”.

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