Cronaca

Delibera regionale su Tirreno Power: la dottoressa Minervini ascoltata per oltre 2 ore in Procura

Tirreno Power operazione trasparenza

Savona. Le uniche certezze sono la durata dell’audizione e l’alone di riservatezza che si è alzato intorno a questo faccia a faccia. Questa mattina, come previsto il direttore generale del Dipartimento Ambiente della Regione Liguria Gabriella Minervini ha risposto alla convocazione del Procuratore Francantonio Granero ed è arrivata a palazzo di giustizia per fornire chiarimenti sulla delibera della Giunta Burlando riguardo la nuova AIA per Tirreno POwer.

La dottoressa Minervini intorno alle 11,15 è entrata nell’ufficio del Procuratore, dove erano presenti anche il sostituto Paolucci ed alcuni uomini della polizia giudiziaria, ed è uscita quasi tre ore dopo, intorno alle 14, senza rilasciare nessuna dichiarazione. Visibilmente provata dal colloquio ha preferito percorrere il corridoio del sesto piano di palazzo di giustizia senza fermarsi a parlare coi cronisti. Nessun commento nemmeno da parte del Procuratore Granero che si è limitato a confermare che durante l’interrogatorio sono stati approfonditi nel dettaglio i contenuti della delibera regionale.

La scelta di ascoltare il dirigente della Regione probabilmente va inserita in un contesto di indagine a 360° sulla centrale vadese: già nei mesi scorsi in Procura non era stato nascosto il fatto che sotto la lente degli inquirenti non fossero finite solo le condotte dei manager Tirreno Power o le emissioni, ma anche tutte le condotte che, in qualche modo, erano collegate alle attività del gestore dell’impianto. Insomma da palazzo di giustizia si era intuito che i magistrati avessero iniziato ad indagare anche su eventuali omissioni da parte delle istituzioni e delle autorità che avrebbero dovuto tenere sotto controllo le emissioni della centrale.

L’audizione di Gabriella Minervini si potrebbe leggere quindi come la volontà di approfondire il contesto nel quale la Regione ha deliberato fornendo un parere favorevole all’attività della centrale. Un’attività che, se riprendesse, secondo la Procura si tradurrebbe in una prosecuzione del reato di disastro doloso con i relativi danni per salute ed ambiente ipotizzati dagli inquirenti sulla base delle conclusioni delle consulenze tecniche. I magistrati infatti hanno bocciato il progetto per abbattere le emissioni presentato dall’azienda contestualmente all’istanza di dissequestro dei gruppi a carbone (richiesta poi respinta dal gip Fiorenza Giorgi) ritenendolo “non credibile” e ipotizzando che, qualora la centrale ripartisse, l’inquinamento continuerebbe.

Non solo, secondo quanto trapelato, la richiesta di una nuova AIA sarebbe stata vista dagli inquirenti come un tentativo di “dribblare” le prescrizioni e aggirare lo stop imposto dall’autorità giudiziaria. Probabilmente è proprio per questo motivo che la Procura ha voluto conoscere da vicino i contenuti dell’atto amministrativo che, almeno dal punto di vista politico, dà un parere positivo al Ministero affinché Tirreno Power venga autorizzata a proseguire con la sua attività.

Nel frattempo, di pari passo con l’inchiesta giudiziaria, procede anche l’iter amministrativo che riguarda il rilascio della nuova AIA per la centrale di Vado: ieri i comuni di Vado e Quiliano hanno deliberato (proprio come fatto venerdì scorso dalla Regione) sull’argomento e domani toccherà alla Provincia decidere se fare altrettanto. Intanto a Roma continua il lavoro del gruppo istruttore del Ministero che avrà l’ultima parola sulla richiesta presentata da Tirreno Power.

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