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Calcio, Prima Categoria: “Cinque domande” al bomber del Pontelungo, Davide Torsoli

Davide Torsoli

Albenga. Da buon ingauno, il bomber Davide Torsoli, 31 anni, ha sempre giocato (con la sola eccezione di Calizzano) nel comprensorio di Albenga, vestendo le maglie per l’appunto di Albenga, Laigueglia, Ceriale, Alassio, Bastia e da questa stagione, Pontelungo, dove ha già messo a segno 4 reti, anche se l’ultima non è servita ad evitare la sconfitta per 3-1 col Baia Alassio.

Per una matricola quale siete, gioco forza, il vostro traguardo non può che essere la salvezza… ce la farete a centrare l’obiettivo?

“Sarà una dura battaglia fino all’ultimo, ma ci proveremo con tutte le forze. Siamo una squadra con un’età media molto bassa; è quindi nella logica delle cose pagare il dovuto dazio di assestamento nella nuova categoria, ma sono certo che, già nel breve periodo saremo in grado di giocarci le nostre chance”.

Cosa rappresenta per te il gioco del calcio?

“Passione e divertimento… adrenalina pura. Sono stato fermo un anno, perché la vita della mia compagna e la mia sono state meravigliosamente invase dalla nascita della piccola Aurora, venuta alla luce otto mesi fa.

A fine estate, dopo aver capito che potevo continuare ad avere un po’ di spazio, pur facendo il padre, ho accettato la proposta del Pontelungo e devo dire che non è stato difficile rimettere i piedi su un terreno da gioco”.

Il movimento calcistico di Albenga e dintorni è sempre stato d’alto livello… quali sono i motivi?

“La passione di tanti dirigenti ha fatto da traino, senza quella, conta poco il livello qualitativo dei calciatori. Senza sottovalutare poi il fatto che i tecnici della nostra zona sono preparati… questo è il giusto mix che mantiene alta l’asticella di qualità e risultati dalle nostre parti”.

Facendo un viaggio a ritroso nel tempo, quale squadra ti è rimasta nel cuore?

“Direi due… Laigueglia in primis… conquistare il diritto di giocare in Promozione, in una piazza senza background alle spalle, è stato un autentico miracolo sportivo. Se poi a questo si aggiunge il fatto che di giocatori di prima fascia c’erano solo Ciravegna, Sansalone ed Alfano, risulta evidente che si trattava di un grande gruppo, cui la guida di mister Buttu (ndr, ora trainer del Vado) ha dato le giuste motivazioni, tattiche e morali. Quell’anno ho messo a segno qualcosa come 15 goal, senz’altro determinanti per il risultato finale. A pari merito metto, poi, il doppio successo in Coppa Liguria e nel campionato di Seconda Categoria con il Calizzano… un’annata trionfale in cui sbaragliammo la concorrenza”.

Per un attimo anticipa i tempi e indossa i panni di mister; divertiti a stilare un top 11 ingauno.

“Opto per un 4-3-1-2: Alberico tra i pali, Sansalone, Ciravegna, Fabio Rossi e Caredda sulla linea di difesa; Licata metodista, coadiuvato a centrocampo da Vanzini e Sancinito; infine il mio grande amico Ricotta ad agire dietro due formidabili frombolieri delle aree di rigore quali Alfano e Gaglioti”.

Niente male davvero, per chi dovesse iniziare una carriera da allenatore.

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