Albenga. Ha ammesso che ci siano state delle litigate, ma ha negato con decisione di averla mai picchiata. Manuel Garofalo, il trentacinquenne arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia verso la convivente, questa mattina si è difeso davanti al gip Fiorenza Giorgi.
L’uomo, pur ammettendo che i rapporti con la compagna non fossero sempre idilliaci, ha respinto le contestazioni assicurando di non aver mai alzato le mani o usato violenza verso di lei. Garofalo, arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, deve rispondere di diversi episodi di maltrattamento nei quali, secondo l’accusa, avrebbe colpito la donna minacciandola anche di morte. Per uno dei casi contestati c’è anche un referto medico, per una lesione giudicata guaribile in 5 giorni, a suppoorto della denuncia contro di lui. Garofalo però ha fornito una spiegazione ben precisa di quella circostanza: “Ma quali botte. Si è fatta male da sola. Stavamo litigando in mezzo alla strada e lei per sfogarsi ha colpito la vetrina della sede della Croce Rossa” ha spiegato al giudice Garofalo.
Al termine dell’interrogatorio il suo legale, l’avvocato Silvio Carrara Sutour, ha chiesto per il suo assistito i domiciliari ed il gip si è riservato di decidere. Per ora Garofalo resta quindi in carcere. Quello di sabato scorso per il trentacinquenne non era il primo arresto visto che in passato aveva già dovuto affrontare qualche guaio con la giustizia. In particolare, nel maggio del 2013, l’uomo era finito in manette con la grave accusa, poi caduta, di tentato omicidio verso la compagna.
La donna, la stessa che ha denunciato di aver subito violenze e minacce, era precipitata dal balcone della sua casa di via Prigliani, a Loano, dopo una lite domestica. Una caduta che, in un primo momento, non sembrava essere accidentale. Gli inquirenti avevano ipotizzato che a spingerla nel vuoto fosse stato proprio Garofalo: una ricostruzione che, dopo essersi ripresa dal trauma, la stessa presunta vittima aveva smentito. Lei aveva infatti raccontato di essere caduta dal terrazzo da sola mentre cercava una via di fuga dalla lite. Trovando la porta dell’appartamento chiusa, sempre secondo la sua ricostruzione, si era diretta sul balcone dove volendo scavalcare un divisore per raggiungere la parte del vicino, aveva messo un piede in fallo ed era caduta di sotto.
Alla luce di quelle dichiarazioni le accuse per Garofalo erano state ridimensionate e lui era stato scarcerato. Anche dopo quell’episodio i due avevano continuato la loro relazione che però, secondo quanto accertato dai carabinieri, avrebbe continuato ad essere burrascosa. Dallo scorso febbraio infatti la dobba avrebbe denunciato in più occasioni di essere stata maltrattata, ma anche minacciata di morte dal compagno durante liti domestiche. Di qui la decisione del gip di emettere, su richiesta del pm, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.