Savona in BiancoBlu: grande successo per la prima cena “in bianco”, tra volti noti, eleganza e quell’aria “parigina” fotogallery

Savona. Risate, entusiasmo, eleganza. Ecco come Savona in BiancoBlu si è presentata al pubblico nella serata di ieri: tavoli imbanditi, candelabri, abiti d’epoca, candore cristallino. E, sullo sfondo, non la torre Eiffel, ma il Municipio di Savona.

Fa così il suo esordio sotto la Torretta la “cena in bianco”: una via di mezzo tra un flash mob e un picnic urbano, dove a farla da padrone sono due regole. Uno: tutto, rigorosamente, bianco. Dagli abiti alle tovaglie ai piatti alle decorazioni. Due: niente consumabili, lattine, plastica, per il massimo rispetto dell’ambiente. Stabilito questo, via alla fantasia e all’eleganza: tavole imbandite, costumi di altri tempi, parrucche, cappelli, candelabri. Ognuno si organizza come vuole: basta che tutto arrivi da casa, e che alla fine ci ritorni, senza lasciar traccia del proprio passaggio.

Il via alle ore 21, con il celebre sventolio dei tovaglioli. E di colpo ci si trova catapultati in un mondo diverso. “Sembra di essere in un’altra epoca”, dice Danila Satragno, la voce jazz di Savona. “Un’epoca lontana”, ribadisce Edo Pampuro, artista e ballerino, vestito per l’occasione con abito e parrucca. Ai tavoli gente comune e volti noti, come l’olimpionico di scherma Stefano Carozzo, a suo agio in panni bianchi: “Gli schermidori sono sempre vestiti di bianco, quindi stasera indosso il mio colore preferito”.

C’è chi porta invece orecchie da coniglio, o chi si traveste da medico: “Visto che ci stiamo divertendo è bello anche a vestire i panni di qualcosa che non siamo – racconta Antonio, nella vita direttore di un ufficio postale – e, visto il bianco, il camice mi pareva indicato”. Molti tavoli vantano una organizzazione invidiabile, le decorazioni sono ovunque. Qualcuno ha creato una illuminazione a led ad hoc, un altro gruppo si presenta con un “seau à glace” artigianale: “E’ un secchio per la pittura – spiegano – riempito con dei ‘mezzi litri’ di ghiaccio”. D’altronde la creatività è nel loro Dna: “Sono arrivato da Napoli – svela il più eclettico del gruppo – mi hanno invitato, potevo mancare? Eccoci qua: da Napoli con furore è arrivato Stefano col furgone”.

Qualcuno propone che l’allegra comitiva, così eterogenea nello stile e nelle età, ma unita dal bianco, faccia un giro per la città. Altri preferiscono godersi la sedia, dopo tanta fatica per preparare tutto. Ci sono le eccezioni: “Quando sono arrivata io era già tutto apparecchiato”, e scoppia la risata. Qualcuno affianco ci prova: “Beh, abbiamo fatto un po’ di fatica…”, intorno si ribellano sorridendo: “Stai zitta almeno”.

Il sorriso è anche sulla bocca degli amministratori comunali. Tra il vicesindaco Livio Di Tullio che per l’occasione esibisce con orgoglio le proprie melanzane bianche (che coltiva da sé) e il “fotografo” Apicella, le ‘signore in bianco’ sono Isabella Sorgini ed Elisa Di Padova. “Savona ha risposto benissimo, davvero – è entusiasta la prima – Ha qualcosa in più, forse, che bisogna tirare fuori”. Alla fine i partecipanti sono circa 375, baciati dal clima sereno, merce rara in questa estate 2014. Non tutti ci speravano: “Ma noi siamo sempre ottimisti – sorride Sorgini – la speranza è nel nostro Dna. E le cose belle hanno sempre un contorno bello”.

“Una serata speciale – commenta quindi Elisa Di Padova – Sono orgogliosa di aver avuto un piccolo ruolo in tutto questo. Il colpo d’occhio di Piazza Sisto questa sera è meraviglioso. Mi è piaciuta da subito l’idea di portare un evento che è un format di eleganza, di ecologia ma soprattutto di aggregazione: rientra un po’ in quella idea di riappropriazione degli spazi urbani da parte dei savonesi a cui teniamo molto”.

L’evento è nato a Parigi con il format Unconventional Dinner e quindi esportato in tutte le grandi città del mondo. Città a cui, da ieri, Savona assomiglia un po’ di più: “Un grandissimo successo, inaspettato ma sperato – confermano le organizzatrici, Antonella Bonelli e Maria Pia Stissi – Siamo stanche ma felici”. Qualcuno chiede lumi su una prossima edizione: “Ora dormiamo 48 ore di fila – scherzano loro – e poi sicuramente faremo qualcosa, vedremo”.

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