La movida che non c’è più, Fasciolo (Silb): “Persi 30 mila utenti del sabato sera e oltre duemila posti di lavoro” fotogallery

Finale Ligure. “Fino al 2004, pur avendo già perso diversi locali, riuscivamo ad avere una presenza tra i 25 e i 40 mila utenti al sabato sera. Il dato attuale sul sabato sera non raggiunge i 10 mila”. Parla indicando numeri eloquenti Fabrizio Fasciolo, presidente provinciale del Silb, il Sindacato Italiano Locali da Ballo. Un uomo che ha vissuto in prima persona la movida nella riviera di ponente, la persona più indicata per analizzarne la crisi.

Il settore dell’intrattenimento notturno merita la stessa considerazione di ogni altro settore lavorativo. Ma se chiude un’industria se ne parla molto di più, pensando alle possibili conseguenze. Altrettanto non si fa quando ad “abbassare le serrande” è una discoteca. Questo, in sintesi, il pensiero espresso da Fasciolo.

“Col massimo rispetto delle aziende che perdono sette, otto o dieci dipendenti, ma a seconda del tipo di attività che svolgono possono contare su ammortizzatori sociali; i nostri dipendenti, se non avessimo trovato soluzioni noi, sarebbero stati a casa – spiega Fasciolo -. Tutti pensano a personale artistico, ma una struttura che fa intrattenimento ha parcheggiatori, personale delle pulizie, chi raccoglie i bicchieri, chi li lava, chi si occupa della cucina… La serie di attività collaterali e complementari danno lavoro; un lavoro che si svolge tutta la settimana”.

“Inoltre – prosegue -, parliamo dell’indotto: le persone che venivano qui a passare il weekend, quelle che venivano a mangiare e dormire negli alberghi, nei campeggi. Una serie di persone che noi oggi abbiamo perso”.

Cosa è cambiato? “Negli anni ’80 e ’90, fino al 2004, si facevano i contratti a stagione – spiega -. Il nostro dipendente lavorava tutte le sere e nelle serate particolari venivano presi anche degli extra. Ora la somma degli operatori mancanti supera le duemila unità”.

Fasciolo, per descrivere al meglio la crisi attuale, parte dagli anni d’oro: “Nel 1986 abbiamo fondato la sezione del Silb, con Piero Gozzi, Andrea Bruzzo, il gestore del Manhattan, Tino De Rossi. In provincia di Savona c’erano 128 discoteche. In quegli anni la provincia di Savona era la seconda provincia turistica d’Italia. Oggi siamo intorno al cinquantesimo posto. Chi veniva in provincia di Savona veniva principalmente per il divertimento. I genitori lasciavano venire i figli perché il divertimento qui non era mai stato impostato sulla trasgressione estrema ma con una forma ‘happy’, quasi famigliare. Ci si divertiva, ci si incontrava, ci si dava appuntamento agli anni successivi”.

“Purtroppo oggi questo non succede più. Non abbiamo più l’immagine così felice e divertente della riviera ligure – conclude il presidente provinciale del Silb -. I ragazzi hanno trovato altre soluzioni; noi gestori dobbiamo combattere ogni anno sempre più con eccessivi controlli. Ora le discoteche estive regolarmente autorizzate sono solamente tra le 12 e le 15”.

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