Cronaca

Espressione “colorita” pronunciata al seggio di Albenga, nessun oltraggio: atleta olimpico assolto

Savona Tribunale

Albenga. Si è chiuso con un assoluzione il processo che vedeva imputato l’atleta albenganese Ezio Madonia, ex professionista e campione nelle discipline di velocità dell’atletica leggera (arrivò quinto con la 4×100 ai Giochi olimpici di Seul 1988 e fece parte della spedizione azzurra ad Atlanta ’96). Madonia era finito, suo malgrado, a giudizio in tribunale con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale.

Accusa dalla quale questa mattina è stato prosciolto “perché il fatto non costituisce reato”. A costare caro a Madonia era stata un’espressione “colorita” pronunciata il 28 marzo del 2010 nel seggio elettorale di Albenga dove era andato a votare. Una frase che, visto il contesto, nell’ipotesi accusatoria era stata considerata oltraggiosa verso il presidente del seggio. Nello specifico, da quanto gli veniva contestato, all’imputato era squillato il cellulare mentre si trovava nel seggio e lui aveva risposto. A quel punto, visto il divieto di utilizzare un telefonino nella cabina elettorale, Madonia era stato ripreso con decisione e dopo il richiamo del presidente secondo l’accusa si era lasciato scappare un “non rompete i c..”. Espressione che gli era appunto costata il rinvio a giudizio.

Fin dalla prima udienza del processo la difesa aveva ridimensionato l’episodio fornendo dei chiarimenti sul contesto in cui era avvenuto. In particolare, grazie ad alcune testimonianze, era emerso che Madonia aveva ricevuto una chiamata da un’amico che aveva bisogno di aiuto e, di conseguenza, si era preoccupato. Il legale dell’imputato, l’avvocato Marco Ballabio, nella sua arringa ha sostenuto infatti la mancanza dell’elemento soggettivo del reato, l’assenza di un’offesa diretta contro il presidente del seggio ed ha anche sottolineato che l’espressione era stata pronunciata in un contesto di “urgenza” per la richiesta di aiuto ricevuta.

Proprio l”amico che lo aveva chiamato infatti aveva spiegato al giudice di aver telefonato a Madonia subito dopo essersi rotto il tendine d’achille: “Noi siamo grandi amici. Quella mattina mi ero fatto male e l’ho immediatamente chiamato. Ero agitato e preoccupato, ma ho capito subito che Ezio non riusciva a parlarmi in quel momento. Sentivo confusione intorno a lui. Dopo poco mi ha detto ‘Mi stanno rompendo i c..’, ti richiamo”.

Anche la fidanzata dell’imputato, che lo aveva accompagnato a votare, aveva contribuito a ricostruire quanto successo spiegando che il compagno aveva risposto al cellulare mentre stava uscendo dalla cabina: “Non appena aveva risposto, era stato richiamato duramente. Il presidente gli aveva urlato subito ‘Non si può, non si può'”. “Io ho capito subito che Ezio era preoccupato per la telefonata che aveva ricevuto, che doveva essere successo qualcosa, ma visto il caos che si era scatenato non riusciva a parlare. A quel punto ha detto ‘Non rompete i c..’ e poi ha subito buttato giù”. La fidanzata, nella sua deposizione, aveva anche precisato che poi tra il compagno e le persone presenti al seggio sembrava essersi chiarito tutto.

Invece per Madonia era arrivata la “doccia gelata” del rinvio a giudizio: una vicenda che, stamattina, si è chiusa però nel migliore dei modi per l’atleta ingauno.

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