Cronaca

Una denuncia anche a Pietra nella maxi operazione anti-pedopornografia, l’appello della Postale: “Vietato abbassare la guardia”

polizia postale

Savona. C’è anche un trentenne residente nell’entroterra di Pietra Ligure tra le persone denunciate a piede libero nell’ambito dell’operazione contro la pedopornografia denominata “eDonkey2000”, che ha portato all’arresto di due persone, a Milano e Bologna, rispettivamente di 63 e 43 anni, arrestate perché trovate in possesso di cospicuo materiale illecito.

Le perquisizioni della polizia postale, scattate nei confronti di 34 persone, sono scattate in tutta Italia e appunto anche nell’entroterra pietrese. Alle persone indagate viene contestata la detenzione e divulgazione di video pedopornografici mediante la rete Internet. L’indagine è stata condotta dal Compartimento della Polizia postale di Catania. Nel corso dell’operazione è stato sequestrato diverso materiale tra cui computer, hard disk, pen drive e supporti ottici.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, gli indagati, attraverso un programma peer-to-peer denominato eDonkey2000, caricavano e diffondevano su Internet video di pornografia minorile con abusi sessuali nei confronti di bambini di età infantile, spesso di pochi anni, anche con torture nei confronti delle vittime. Nel caso “savonese” però gli agenti della polizia postale non hanno ritrovato materiale con immagini di violenze verso i bambini, ma “solo” di pedopronografia.

Secondo quanto trapelato, il computer del trentenne pietrese era pieno di file che avevano per protagonisti dei minori. Materiale che, oltre ad essere consultato, gli serviva da condividere in Rete ed avere la possibilità di scaricarne altro. “Purtroppo ormai conosciamo bene il personaggio tipo che si dedica alla pedopornografia – spiega il comandante della polizia postale di Savona Alberto Bonvicini -. Sono persone che si chiudono in loro stesse, vivono attaccate al computer e lo riempono di file”.

“A volte questi soggetti cadono poi nella trappola dei file segnalati che servono proprio per identificare chi in Rete diffonde del materiale pedopornografico. Quello che colpisce è che, quando succede, non sembrano neppure sorpresi, ma danno l’impressione di aver messo in conto questo rischio pur di non smettere di dedicarsi al loro passatempo: guardare queste immagini” prosegue Bonvicini che ribadisce l’importanza di avere “la collaborazione delle persone che ci segnalano questi casi”.

“Pensare di chiudere le stazioni di polizia postale è assurdo perché in questo momento serve un monitoraggio costante e non bisogna abbassare la guardia. Si deve partire dall’educazione nelle scuole che ha dato grandi risultati e ci ha permesso di avere negli studenti i primi alleati. Credo che la nostra soddisfazione più grande sia proprio quella di aver creato una generazione che ci aiuta: ormai sono 15 anni che andiamo nelle scuole e spieghiamo ai ragazzi come contrastare questo fenomeno” aggiunge il comandante della Postale savonese.

La pedopornografia viene definito un fenomeno in ascesa da Alberto Bonvicini che spiega: “E’ un momento cruciale, abbiamo già trovato persone di tutti i tipi che detenevano materiale pedopornografico. La cosa importante è che, chi nota certi comportamenti in casa da parte di un famigliare o parente, ce lo segnali immediatamente”.

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